Messe latine antiche nelle
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Andrea Adami da Bolsena, Osservazioni per ben regolare il Coro de i Cantori della Cappella Pontificia > Parte Prima > Cap. V
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Nel Mercordì delle Ceneri.
Cap. V.
In questo giorno si suol fare la Cavalcata, la quale si parte dal Palazzo dove risiede il Pontefice, e termina alla Chiesa di S. Sabina; ma perche questa Funzione non appartiene punto al nostro Collegio, passaremo a favellare di ciò, che spetta al medesimo. Deesi dunque trovare nella Chiesa suddetta, per assistere alla Benedi-
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zione, e distribuzione delle Ceneri, e poi alla Messa.
Alla Benedizione delle Ceneri, non si risponde, poiché il Papa, ò in sua assenza il Cardinale Celebrante la fa leggendo.
Principia la distribuzione, e quando il Papa dà le Ceneri al Celebrante, o pure in sua assenza, quando il Celebrante le dà al Cardinale pii degno, deve il Signor Maestro far principiare l'Antifona Immutemur habitu, la quale sì proseguisce come è notato nel Libro, e sì termina, come abbiam detto dì sopra nella distribuzione delle Candele, dopo la quale avverta il Signor Maefiro di far rispondere al Dominus vobiscum. Et cum spiritu tuo, e a questa Orazione in fine. Amen, perchè vien detta cantando.
Alla Messa, che dee celebrarsi dal Cardinal Penitenziere si canta l'Introito senza contrapunto, e li Kyrie in Canto fermo; Il Sagro Collegio non và in questo tempo all'ubbidienza, perchè l'ha prestata-
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ta prima della benedizione, che però starà attento il Signor Maestro di far terminare l'ultimo Kyrie, quando il Papa sceso dal Soglio si sarà inginocchiato avanti il Faldistorio; E non assistendo il Papa dee terminare col Celebrante.
Sua Santità legge l'Epislola, il Graduale, e l'Evangelio, nel tempo istesso, che il Suddiacono canta l'Epistola, perche deve calare al Faldistorio al V/. Adiuva nos Deus.
Dopo l'Epistola vi è il Graduale, e poi il Tratto, e tutto si deve dire senza contrapunto; e dopo il Papa scende dal Soglio, e s'inginocchia avanti al Faldistorio, e depone la Mitra, nel qual tempo dovrà il Signor Maestro far dire l'Adiuva nos Deus da i due Soprani Anziani con qualche sollecitudine fino al segno, per dare meno incommodo alla Santità Sua, dovendo ripigliare il Coro Propter nomen tuum, come è notato nel Libro, e quello và detto tanto adagio, quanto basti per dar tempo, che il Papa tornato al Soglio, e
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posto l'Incenso nel Turibolo, il Diacono dell'Evangelio, dopo le solite Cerimonie, sia giunto al posto solito, ed allora terminar il tutto.
Dopo l'Evangelio si fa il Sermone dal P. Procuratore Generale de' Teatini, e se vi è presente il Papa, si regoli il Signor Maestro come si è detto una volta per sempre nella mattina dell'Epifania circa la publicazione dell'Indulgenze.
L'Offertorio si dee dire andante in contrapunto, per poter dire adagio il Mottetto Derelinquat impius del Palestrina nel Libro 167. parte sola a carte 14.
Il Sanctus, ed il Benedictus si deono regolare come in altro luogo si è detto. Se assiste il Papa dopo il Benedictus non parte dal Faldistorio in cui si è inginocchiato per l'Elevazione, fin tanto, che il Celebrante comincia a dire Per omnia sæcula sæculorum, avanti il Pax Domini sit semper vobiscum, al che dal nostro Coro si risponde Et cum spiritu tuo; ma con molta pausa, e a bell'agio, e poi tacersi
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per dar tempo, che il Papa tornato al Soglio, e deposta la Mitra dia principio all'Agnus Dei, ed allora il Signor Maestro farà cenno, acciò si dia principio alla Cantilena, che dee regolarsi, come abbiamo detto di sopra. Il Communio si dice senza contrapunto, e dee durare finche il Papa, sceso dal Soglio, sia inginocchiato avanti al Faldistorio; non assistendo Sua Santità si regola la funzione come quella della Catedra,
Il Deo gratias si dice in Canto fermo.
da Andrea Adami da Bolsena, Osservazioni per ben regolare il Coro de i Cantori della Cappella Pontificia. Tanto nelle Funzioni ordinarie, che straordinarie, Roma, Antonio de' Rossi, 1711, p. 21-25
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