BELLUNO. Saranno ricevute questa mattina alle 11.30 dal vescovo monsignor Vincenzo Savio una delegazione del Coordinamento "Una voce delle Venezie" e una delegazione di persone che chiedono la celebrazione di una messa in latino. Nel novembre scorso erano state raccolte molte firme per avanzare la richiesta della messa in lingua latina al vescovo di Belluno.

La petizione chiedeva che anche nella diocesi di Belluno, come accade in altre diocesi venete e friulane, si potesse celebrare una messa in latino e in rito romano antico. Le adesioni raccolte nel solo mese di novembre a Belluno attorno a questa richiesta erano state 150.

L'associazione promotrice, il Coordinamento di "Una voce delle Venezie" che è parte integrante della Foederatio Internationalis Una Voce, un sodalizio che opera in tutto il mondo per la salvaguardia della liturgia latino-gregoriana, organizzò la raccolta delle sottoscrizioni per le strade della città, le inviò all'allora vescovo Pietro Brollo e promosse una conferenza per spiegare i motivi per la richiesta della messa in latino. La raccolta di firme ha ora come risultato l'udienza dal vescovo che avverrà appunto questa mattina.

L'auspicio, spiegano alla associazione, è che anche nella diocesi di san Martino torni in una chiesa, in orari e giorni (festivi) convenienti, la celebrazione della messa secondo il rito romano antico, come era in uso trenta anni fa e secondo le disposizioni di Giovanni Paolo II.

Attualmente le messe in latino sono officiate, per mandato degli ordinari episcopali, a Verona, Padova, Venezia, Treviso, Vittorio Veneto, Trieste, Gorizia, Udine, per parlare delle Tre Venezie.