Messe latine antiche nelle
Venezie
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Enciclopedia Cattolica
voce Antimension
1451
ANTIMENSION. - È l'altare portatile dei greci. La Chiesa latina col tempo adottò solamente altari portatili di pietra, mentre la Chiesa greca si servì del legno ed anche della stoffa, usando poi definitivamente solo questa. Oggi l'a. è comunemente un rettangolo (talvolta un quadrato) di m. 0,40 x 0,60, di seta o anche di tela, che porta cucita nella parte posteriore una piccola borsa con dentro reliquie, inclusevi dal vescovo nella consacrazione. Gli dette origine la necessità frequente di celebrare i divini misteri lontano dalle chiese, o nei luoghi privi di altari fissi; ma dati storici positivi si hanno soltanto nel sec. VIII e IX. Anticamente si usava solo quando l'altare non era consacrato; oggi invece si usa indifferentemente su tutti gli altari. Fuori della Messa, esso resta sull'altare piegato in quattro: il sacerdote nella celebrazione del divino sacrificio lo spiega a suo tempo secondo le prescrizioni rubricali. Ordinariamente viene consacrato durante la cerimonia della consacrazione della chiesa, quando il vescovo, lavato l'altare una seconda volta
1452
con il vino profumato o con l'acqua di rose, l'asciuga con gli a., e poi ripete la stessa azione dopo aver unto l'altare col sacro crisma. Gli a. così consacrati devono restare sull'altare finché non vi siano celebrate sette Messe. In caso di necessità possono consacrarsi anche in altri tempi dal vescovo o da un sacerdote a ciò delegato. Ai sacerdoti di altro rito è vietato celebrare la Messa sull'a. (can. 823, § 2).
Bibl.: S. Pétridès, s. v. in DACL, I, ii, coll. 2319-26; Id., L'Antimension, in Echos d'Orient, 3 (1899-1900), pp. 193-202; R. Souarn, Memento de théologie morale à l'usage des missionnaires Parigi 1907, pp. 79-81.
Enrico Dante
da Enciclopedia Cattolica, I, Città del Vaticano, 1948, coll. 1451-1452