Messe latine antiche nelle
Venezie
Venezia | Belluno
| Bergamo
|
Bolzano |
Brescia |
Gorizia
| Mantova | Padova
| Pordenone | Treviso
| Trieste | Udine
| Verona | Vicenza
| Vittorio Veneto
Enciclopedia Cattolica
voce Calzari
CALZARI. - Sotto il nome di c. si suole comunemente intendere tutto ciò che copre il piede e la gamba, sia scarpa o calza; ma liturgicamente parlando si distinguono i c. dai sandali: questi sono le calzature esterne, quelli le calze propriamente dette che avvolgono tutto il piede e la gamba fino al ginocchio.
Da principio il clero, anche per le calzature, usò quelle stesse della vita civile. Ma poi fin dal sec. V i c. (caligae, tibialia, campagi, udones) usati dai senatori e dai dignitari imperiali passarono in uso all'alto clero, non solamente a Roma, ma a Milano e a Ravenna: segno manifesto della crescente influenza delle autorità ecclesiastiche, soprattutto nelle città imperiali. Al sec. VI il Papa ed i suoi diaconi avevano dei c. (campagi) di forma speciale, come risulta da una lettera di s. Gregorio Magno a Giovanni vescovo di Siracusa. Nel sec. VIII la falsa donazione di Costantino accorda a tutto il clero romano il diritto di usare, come il Senato, delle calzature "cum udonibus, id est candido linteamine": questi udones sarebbero i nostri c. Nei musaici di Roma e Ravenna si possono vedere dei c. vari di forma e di colore. Poi man mano questo uso generale si restringe, e dal sec. X in poi i c. furono riservati ai soli vescovi. Nel sec. XII li ebbero anche i cardinali preti. La concessione agli abati fu generale a partire dal sec. XI.
Nella disciplina odierna dobbiamo distinguere le calze dai c. propriamente detti. Le calze fanno parte dell'abbigliamento ecclesiastico e seguono per il loro colore le regole delle vesti dei chierici. Il Sommo Pontefice porta le calze bianche sopra le quali nei pontificali indossa i c. bianchi o rossi secondo il rito. I cardinali hanno le calze rosse, eccetto il Venerdì Santo e durante la vacanza della Sede Apostolica, quando prendono quelle paonazze. I cardinali appartenenti ad ordini monastici o mendicanti non portano le calzature rosse, ma ritengono il colore dell'abito religioso. I patriarchi, arcivescovi, vescovi, hanno l'uso delle calze di seta paonazza, ma con quella medesima distinzione che si è detta dei cardinali religiosi. Nel tempo di Sede vacante e il Venerdì Santo portano le calze nere. Tutti i prelati della S. Sede portano le calze paonazze con le eccezioni sopra riferite. I monsignori di mantellone usano le calze nere.
I c. invece hanno uso esclusivamente liturgico e sono adoprati nelle messe pontificali dai cardinali, vescovi, abati e dai prelati che ne hanno il privilegio. Non si portano nelle messe funebri, e il Venerdì Santo. La loro forma è quella di una calza un poco più ampia, e sono di seta, oppure di lama d'oro e d'argento, in tutti i colori liturgici, salvo il nero.
Bibl.: Ch. de Linos, Anciens vetements sacerdotaux et ancien, tissus, Parigi 1877, p. 55 sg.; J. Braun : Die liturg. Gewandung, Friburgo in Br. 1907, pp. 394-424.
Enrico Dante
da Enciclopedia Cattolica, III, Città del Vaticano, 1949, coll. 418-419