Messe latine antiche nelle
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Enciclopedia Cattolica
voce Cartegloria
CARTEGLORIA. - Per aiutare la memoria del celebrante, fin dal sec. XVI si soleva mettere nel mezzo dell'altare una tabella, contenente alcune orazioni della Messa; s. Carlo, nel sinodo del 1576 ricorda per la prima volta le 3 tabellae. La tabella di mezzo, che è l'unica prescritta, contiene preghiere del Canone e dell'Offertorio (Canon minor): per questo fu chiamata tabella secretarum o del Canone. Generalmente si aggiungono anche altri testi, come quelli del Gloria in excelsis, del Credo, del Munda cor, del Supplices te rogamus e del Placeat tibi, e ciò per la difficoltà di usare il messale durante la loro recitazione, in quanto il sacerdote deve stare chinato sull'altare. La tabella al lato dell'Epistola contiene il salmo Lavabo e l'orazione Deus qui humanae substantiae; quella al lato del Vangelo l'inizio del Vangelo secondo Giovanni. Per i vescovi invece si usa il cosiddetto Canon episcopalis, cioè il libro contenente il Canone. Durante l'esposizione del S.mo Sacramento devono essere rimosse (S. Congr. dei Riti, decr. 3130 ad 3). Da principio contenevano probabilmente i soli toni dell'intonazione del Gloria, e da qui forse trassero nome. È essenziale che il contenuto delle c. sia facilmente leggibile.
Bibl.: L. Eisenhofer, Handbuch der kathol. Liturgie, I, Friburgo in Br. 1932, pp. 364-365; P. Bayart, in R. Aigrain, Liturgia, Parigi 1935, p. 215.
Filippo Oppenheim
da Enciclopedia Cattolica, III, Città del Vaticano, 1949, coll. 956-957