Messe latine antiche nelle
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Enciclopedia Cattolica
voce Colori liturgici
COLORI LITURGICI. - Secondo il carattere del giorno o dell'occasione della funzione sacra, sono prescritti diversi colori per i paramenti sacri, c cioè bianco, rosso, verde, violaceo e nero. Inoltre nelle domeniche Gaudete (3a di Avvento) e Laetare (4a di Quaresima) è permesso, per le chiese maggiori, il rosaceo. Il c. oro può essere usato in luogo del bianco, del rosso e del verde, a causa della preziosità o della solennità (S. Rit. Congr., n. 3646 ad 2), l'argenteo solo al posto del bianco (ibid., ad 3).
I primi cristiani non conobbero un c. l. determinato per le vesti che indossavano nel culto; presto, però, si hanno notizie di una veste bianca, richiesta specialmente per i sacerdoti (Constitutiones Apostolorum, VIII, 12; Canones Ps. Athanasii, can. 28; Canones Ps. Basilii, can. 99). Tracce dei suddetti c. si trovano nell'evo carolingio, e anche prima negli Ordines Romani; nel sec. XII esisteva però a Roma un canone preciso per i c. dei paramenti, a seconda del tempo, come è attestato e spiegato da papa Innocenzo III (De Sacro altaris mysterio, I, 65: PL 217, 199 sg.; cf. Durando, Rationale, 3, 18). Non vi era però uniformità, e i c. continuavano a differire a seconda dei luoghi e dei tempi. Inoltre erano usati il giallo, bruno, azzurro, grigio e, non essendovi un apposito precetto, in molti luoghi serviva di regola l'uso o la tradizione o anche il gusto del celébrante. L'uniformità fu raggiunta solo dopo la promulgazione del Messale di s. Pio V, ma soltanto presso i Latini; gli orientali continuarono ad usarne differenti; la liturgia ambrosiana conservava i suoi e la Spagna otteneva il privilegio dell'azzurro nelle feste mariane.
Altre norme complementari che riguardano i c. l. per l'amministrazione dei Sacramenti o Sacramentali si trovano nel Rituale romano e nei decreti della S. Congregazione dei Riti. La scelta di un dato c. per determinati giorni proviene da considerazioni simboliche, volendosi anche con esso esprimere il carattere e il senso di una solennità. Secondo Innocenzo III, il bianco, nelle feste di vergini e confessori, simboleggia la purezza e l'innocenza; a Pasqua e all'Ascensione ricorda le bianche vesti degli angeli; dovunque è simbolo della gioia. Il rosso, prescritto per le feste degli Apostoli e dei martiri, simboleggia il sangue da essi versato; alla Pentecoste, la carità e l'ardore dello Spirito Santo. Il nero è segno di lutto nella Messa per i morti, e di penitenza, come, anticamente, nei giorni dell'Avvento e della Quaresima. Il verde, sempre secondo il detto Papa, è un c. intermedio tra il bianco il rosso, ed è usato nelle domeniche, salvo quelle dell'Avvento e della Quaresima. Il violaceo è una specie temperata di nero, perciò un tempo era usato nelle domeniche Gaudete e Laetare, nelle quali oggidì si usa il rosaceo.
Bibl.: J. Braun. Die liturgische Gewandung in Occident und Orient, Friburgo 1907, pp. 728-60; J. Braun. I paramenti sacri, Torino 1914. pp. 38-46; L. R. Barin, Catechismo liturgico, I, V ed., Rovigo 1927, pp. 388-91; L. Eisenhofer, Compendio di liturgia, Torino 1940, p. 60 sgg.
Filippo Oppenheim
da Enciclopedia Cattolica, IV, Città del Vaticano, 1950, coll. 22-23