Messe latine antiche nelle
Venezie
Venezia | Belluno
| Bergamo
|
Bolzano |
Brescia |
Gorizia
| Mantova | Padova
| Pordenone | Treviso
| Trieste | Udine
| Verona | Vicenza
| Vittorio Veneto
Enciclopedia Cattolica
voce Trono
TRONO (thronus, cathedra, sedes). - È il seggio riservato al vescovo nella sua chiesa cattedrale per le funzioni pontificali.
Era anticamente sul tipo della cattedra dei senatori, e divenne poi da semplice cattedra dottrinale un trono di onore sopra un alto podio di scalini con baldacchino sul tipo del trono imperiale bizantino concesso ai magistrati statali imperiali; fatto di pietra o di marmo, si trovava in fondo all'abside della basilica, fino ai secc. XI e XII. Già al tempo carolingio, specialmente da quando l'altare maggiore venne spostato nell'abside, il t. si metteva davanti all'altare al lato del Vangelo (Ordo Rom. II, 2, 3; V, 21 [ed. Andrieu: II, 115, 231]). Tutti e due i posti, all'abside e al lato destro dell'altare, sono previsti anche oggidì nel Caeremoniale Episcoporum (lib. I, cap. 13, 1 e 2). Quello al lato (nel medioevo movibile e sprovvisto di baldacchino: Durandus, Rationale, lib. II, cap. 11,2) oggidì rimane eretto in permanenza. Il seggio (di legno di pietra o di metallo) sta elevato su tre gradini, coperti da tappeti, e sormontato da un baldacchino; ha la forma di una sedia a braccioli con postergale e vien vestito di panno (o di seta) del colore della funzione pontificale; il postergale si decori con lo stemma del titolare.
Perché simbolo della potestà suprema sacerdotale e giuridica della diocesi, il t. conviene soltanto al vescovo della diocesi; il coadiutore e l'ausiliare e gli altri vescovi debbono servirsi del faldistorio da mettere al lato sinistro dell'altare, detto dell'Epistola; fanno eccezione l'arcivescovo nell'ambito del suo territorio metropolitano al quale nella Cattedrale suffraganea si alza il t. al lato dell'Epistola, riservato quello del Vangelo al vescovo diocesano, i cardinali in tutte le chiese fuori Roma (alla loro presenza per riverenza l'Ordinario usa il faldistorio), i nunzi nelle chiese del territorio, nella Cattedrale con consenso del vescovo. Con la concessione delle funzioni pontificali il vescovo può accordare anche l'uso del trono con il baldacchino (CIC, can. 337, 3) ai vescovi di regime, nella Cattedrale stessa, mai al vescovo coadiutore o all'ausiliare. Anche gli abati hanno nelle loro chiese abbaziali l'uso del t. (a due scalini) col baldacchino (CIC, can. 325).
L'atto di presa di possesso della diocesi si dice "intronizzazione" del vescovo; l'intronizzazione liturgica fa parte, fino dall'alta antichità, del rituale della consacrazione; quella giuridica, della "canonica provisio seu institutio" (CIC, cann. 332, 1; 334, 3), si fa con la presentazione delle lettere apostoliche al Capitolo della chiesa cattedrale.
Nel rito greco si usa un doppio t.: quello più antico nel fondo dell'abside simile alla cattedra antica; e quello recente con alto postergale e baldacchino nella navata della chiesa, simile al t. vescovile nell'Occidente.
Il tronetto con baldacchino, detto anche tempietto o residenza, prescritto per l'esposizione pubblica del S.mo Sacramento, consiste di una base o piedistallo, del postergale di stoffa o di seta bianca e del baldacchino, sorretto talvolta da colonne; è mobile, cioè vien usato c collocato soltanto per l'esposizione eucaristica (Decr. auth. 4268 ad 4 del 27 maggio 1911). Non è permesso, fuori dell'esposizione, mettervi la Croce; non conviene collocare il tronetto sopra il tabernacolo.
Bibl.: Caeremoniale Episcoporum, lib. I, cap. 13; P. De Puniet, Le pontificat romain, t. II, Lovanio-Parigi 1931, p. 56: Th. Klauser, Der Ursprung der bischöfl. Insignien und Ehrenrechte, Krefeld 1949, pp. 18-22, 35-36, n. 32 (cf. le opere citate di R. Delbrueck - A. Alfüldi, ibid., p. 31); M. Righetti, Manuale di storia liturgica, I, Milano 1950, pp. 383-86.
Pietro Siffrin
da Enciclopedia Cattolica, XII, Città del Vaticano, 1954, col. 570
TRONO - T. episcopale (sec. XIV) - Napoli, Cattedrale.