UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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LA PETIZIONE Si muove "Una Voce"

In 700 rivogliono la messa del 1570

Firmano anche i giovani

 

Vicenza

Una petizione con 673 firme di vicentini che rivogliono la messa in latino, l'altare in fondo al presbiterio con il sacerdote che mostra le spalle ai fedeli per buona parte del rito; il canto gregoriano per recuperare mistero e senso del sacro. La richiesta, sostenuta dai membri del Coordinamento di Una Voce delle Venezie (realtà che opera "nella X Regione augustea Venetia et Histria e nei domini della Serenissima Repubblica Veneta", come si legge nel sito web ufficiale) è stata presentata in questi giorni all'arcivescovo Nosiglia e in Vaticano. E dopo Venezia, Belluno, Padova, Treviso, Verona, Vittorio Veneto, anche in città si desidera ritornare alla cadenza, alle preghiere, alle incensazioni e agli inchini indicati nel Missale Romanum del Concilio di Trento promulgato dal domenicano papa Pio V nel 1570. Massimo Bisson, Italo Francesco Baldo e Claudia Isatto, delegati per Vicenza di Una Voce (per esteso sarebbe "una voce dicentes", dal Prefazio della messa, e significa "ad una voce, all'unisono"), hanno spiegato ieri che a loro non basta la messa in latino che già viene celebrata in città, in quanto è la traduzione di quella italiana già approvata dalla riforma liturgica del Concilio Vaticano II degli anni '60. La loro messa, infatti, deve rispecchiare la corretta interpretazione del rapporto che esiste tra il popolo e Dio, "e siccome l'attuale dislocazione degli spazi e delle posizioni all'interno delle assemblee eucaristiche offre più un'idea di una riunione tra amici, occorre recuperare quei segni e quei riti che rimettano fedeli e sacerdoti nella loro giusta collocazione, che rimettano cioè Dio al centro e al di sopra di tutti". Non solo, ma il latino, secondo i soci di Una Voce a torto ritenuta una lingua morta, ripristina l'opportuno alone di sacro e di mistero che non può che far bene alla preghiera. E se nessuno lo capisce, occorre educare le nuove generazioni di cristiani alla sua comprensione. E comunque, Dio capisce lo stesso, anche se l'interessato non coglie le sfumature del "latinorum".

I giovani che praticano le parrocchie dovrebbero inoltre affinarsi nella lettura e nel canto del gregoriano, spiegano, altro elemento che va assolutamente recuperato all'interno della messa e che potrebbe riportare molti ragazzi e adolescenti, se opportunamente istruiti, ad adempiere il precetto festivo. E se qualcuno ascoltando gli esponenti di Una Voce pensa al vescovo ultra tradizionalista Marcel Lefebvre, ecco ribadita la loro totale obbedienza al Vescovo Cesare Nosiglia: da lui si attendono, per i prossimi giorni, una risposta.

Silvio Scacco

 

da "Il Gazzettino". Vicenza-Bassano, 3 dicembre 2004

 

 

 

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