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Rassegna stampa

 

L'INTERVENTO / LA POSIZIONE DEL CIRCOLO CULTURALE PIO XII

"La Via Crucis è un rito sacro"

 

"Vi sono due modi di essere ingiusti, il commettere ingiustizia e il lasciare che altri la commetta senza difendere i colpiti da essa". Così di esprime sant'Ambrogio nel De officiis.

Ci sembra quanto mai doveroso ricordare il pensiero di uno dei più grandi Padri della Chiesa nel momento in cui nella nostra diocesi un gruppo, che già in passato si era per iniziative ispirate al più radicale pacifismo antiamericano, intende rinnovare la manifestazione antimilitarista che viene provocatoriamente (e aggiungeremmo) sacrilegamente definita via Crucis.

Mentre nelle precedenti occasioni questo genere di iniziative era sembrato circoscritto a un ristretto gruppo di persone, fra le quali purtroppo qualche sacerdote, forse nostalgico del proprio passato sessantottino, ed esponenti del comunismo locale, quest'anno ciò che stupisce e fa riflettere è il fatto che dalle righe della stampa diocesana traspaia la "benedizione", più o meno esplicita, di autorevoli ambienti della Chiesa locale.

Convinti che il cosiddetto "mondo cattolico", per usare un'infelice quanto abusata espressione di tipo sociologico, non possa in alcun modo essere rappresentato da associazioni ispirate a correnti di pensiero quali la "teologia della librazione", apertamente e più volte condannate dal Magistero della Chiesa, intendiamo precisare alcuni concetti.

L'idea di una Chiesa "antimilitarista" non è altro che un errore moderno da confutare: basta leggere sant'Agostino, san Tommaso d'Aquino e san Bernardo di Chiaravalle e conoscere le vite di gloriosi Santi, come santa Giovanna d'Arco, Patrona di Francia, che hanno testimoniato la loro fede anche nell'esercizio della milizia. Tutta la tradizione cristiana cattolica non solo ritiene legittimo l'esercizio della forza a tutela del diritto, ma addirittura sottolinea la validità ascetica del servizio militare.

D'altro canto, anche in tempi a noi più vicini, papa Pio XII nel radiomessaggio natalizio del 1948, pur riconoscendo la pace come valore per il quale devono operare i cristiani, sostiene la legittimità della guerra come mezzo di difesa contro le aggressioni e l'utilità che si realizzi una vasta solidarietà internazionale allo scopo di scoraggiare le intenzioni di eventuali aggressori. Tale insegnamento è stato ripreso dall'attuale Pontefice Giovanni Paolo II in merito alle tragiche vicende dell'ex Jugoslavia.

Ci pare dunque evidente che la "Via Crucis" dei pacifisti sia figlia di una cultura politica antioccidentale che affonda le sue radici non nel pensiero cristiano (nonostante i promotori si sforzino di farcelo credere) ma in quello della sinistra di derivazione marxista.

Ciò premesso, ribadiamo come l'adesione dell'Italia al Patto atlantico promossa da un grande statista cattolico, Alcide De Gasperi, con la storicamente documentata approvazione di papa Pacelli, sia stata e sia tuttora una scelta di libertà e civiltà, che ha preservato l'Italia e la Chiesa stessa dal tremendo flagello della dittatura comunista, in nome della pace, della sicurezza e del diritto. E anche oggi, pur dopo il crollo del muro di Berlino, l'Allenza Atlantica riveste un ruolo strategico fondamentale a fronte delle minacce alla sicurezza internazionale provenienti dai Balcani e da altre aree "calde" del pianeta.

Certi di interpretare il pensiero della maggioranza dei cattolici della Diocesi di Concordia-Pordenone, esprimiamo, pertanto, piena solidarietà a nome del Circolo culturale pordenonese Pio XII, ai militari delle forze Nato di stanza alla Base Usaf di Aviano, alle loro famiglie e a tutto il personale civile che vi lavora, ringraziandoli per l'impegno profuso di tanti anni di presenza a presidio del nostro territorio.

Mattia Callegaro

Giovanni Brugnera

 

 

da "Messaggero Veneto". Ed. Pordenone, 15 marzo 1999

 

 

 

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