UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

10 MARZO

I QUARANTA MARTIRI

 

I soldati di Cristo.

Quaranta nuovi tutelari si presentano in questo tempo di penitenza. Nel ghiaccio letale dello stagno ch'era l'arena del combattimento, essi si ricordavano, ci narrano gli Atti, dei quaranta giorni che il Salvatore consacrò al digiuno, ed erano felici di figurarne il mistero col loro numero. Mettiamo a confronto le loro prove con quelle che la Chiesa ci prescrive. Saremo come loro fedeli sino alla fine? Cingerà la nostra fronte la corona della perseveranza, nella solennità pasquale? I Quaranta Martiri patirono, senza smentirsi, il rigore del freddo e le torture che ne seguirono; il timore dell'offesa di Dio e il sentimento della fedeltà che gli dovevano, rinsaldarono la loro costanza.

Quante volte noi peccammo, senza potere addurre per scusa tentazioni altrettanto rigorose! Eppure, il Signore che noi oltraggiavamo poteva colpirci nello stesso istante che ci rendevamo colpevoli, come fece per quel soldato infedele che, rinunciando alla corona, implorò a prezzo dell'apostasia la grazia di riscaldarsi in un bagno tiepido le membra agghiacciate. Non vi trovò che la morte e un'eterna perdita. Noi invece fummo risparmiati e riservati per la misericordia. Ricordiamoci però che la giustizia divina non ha ceduto i suoi diritti, che per rimetterli nelle nostre mani. L'esempio dei Santi ci aiuterà a comprendere ciò che è il male, a qual prezzo dobbiamo evitarlo e come siamo tenuti a ripararlo.

 

VITA. - Gli Atti dei Martiri di Sebaste ci narrano che, sotto il regno di Licinio (verso l'anno 320), quaranta soldati soffrirono per Cristo. Dopo essere stati gettati in prigione e battuti crudelmente, furono esposti nudi sopra uno stagno gelato durante una notte d'inverno. La guardia che li sorvegliava vide gli Angeli discendere a distribuire corone ai Martiri. Avendo uno di loro fatto defezione, il carceriere si dichiarò cristiano e, toltosi i vestiti andò ad unirsi ai Martiri. A tal vista, i carnefici spezzarono loro le gambe e morirono tutti in questo supplizio, eccetto il più giovane, Melitene, che morì alcuni istanti dopo fra le braccia della madre accorsa ad incoraggiarlo a perseverare nella fede di Cristo. I loro corpi furono bruciati e le ceneri gettate in un fiume. Ma le loro reliquie furono miracolosamente ritrovate in uno stesso luogo, dove con onore sono state raccolte.

 

Ogni cristiano è un soldato.

Valorosi soldati di Gesù Cristo, accogliete oggi l'omaggio della nostra venerazione. Tutta la Chiesa di Dio onora la vostra memoria; ma la vostra gloria è più grande in cielo. Arruolati in una milizia terrena, voi eravate prima di tutto soldati del Re del cielo. Anche noi siamo soldati e marciamo alla conquista d'un regno che dipenderà dal nostro coraggio. Numerosi e temibili sono i nemici; ma come voi potremo vincerli, se saremo fedeli ad usare le armi che il Signore ci ha messo in mano. La fede nella parola di Dio, la speranza nel suo soccorso, l'umiltà e la prudenza ci assicureranno la vittoria. Guardateci da ogni patto coi nostri nemici, che, se volessimo servire due padroni, sarebbe certa la nostra disfatta.

Durante questi quaranta giorni noi dovremo ritemprare le ar­mi, sanare le nostre ferite, rinnovare i nostri impegni; venite in nostro soccorso e vegliate, affinché mai deviarne dai vostri insegnamenti. Anche noi attendiamo una corona; più facile a conquistare che la vostra, potrebbe però sfuggirci, se ci lasciamo intiepidire nel sentimento della nostra vocazione. Ahimé! più d'una volta fummo sul punto di rinunciare alla vita eterna; oggi vogliamo fare tutto il possibile per assicurarcela. Siete nostri fratelli d'armi; è coinvolta la gloria del nostro comune Sovrano; affrettatevi, o santi Martiri, a venire in nostro aiuto.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 844-845

 

 

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