Messe latine antiche nelle
Venezie
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L'anno liturgico
di dom Prosper Guéranger
15 DICEMBRE
Questo giorno, l'ottavo a partire da quello in cui abbiamo celebrato l'Immacolata Concezione di Maria, si chiama propriamente l'Ottava; mentre i giorni precedenti erano designati semplicemente con il nome di giorni fra l'Ottava. L'usanza di celebrare per un'intera settimana le Feste principali appartiene al numero di quelle che sono passate dalla Sinagoga nella Chiesa cristiana. Il Signore aveva detto nel Levitico: "Il primo giorno della festa sarà il più solenne e il più santo; non farete in esso alcuna opera servile. L'ottavo giorno sarà anch'esso solennissimo e santissimo; offrirete in esso un olocausto al Signore; sarà un giorno di adunanza, e non farete nemmeno allora alcuna opera servile". Parimenti leggiamo nel Libro dei Re che Salomone, avendo convocato tutto Israele a Gerusalemme per la Dedicazione del Tempio, rimandò il popolo solo all'ottavo giorno.
I libri del Nuovo Testamento ci insegnano che questa usanza era ancora osservata al tempo di nostro Signore, il quale autorizzò con il suo esempio quel genere di solennità. Leggiamo infatti in san Giovanni che Gesù venne una volta a partecipare a qualcuna delle Feste della Legge, solo nel mezzo dell'Ottava; e lo stesso Evangelista nota, in un altro punto, che quando si sentì il Salvatore, nella Festa di Pasqua, esclamare al popolo: Chi ha sete venga a me e sarà dissetato, quel giorno era l'ultimo giorno della festa, il giorno dell'Ottava [1].
* * *
Inchiniamoci ancora una volta davanti al sublime Mistero di Maria concepita senza peccato; il nostro Emmanuele si compiace di veder glorificata la Madre sua. Non è stato forse per essa che egli è stato creato e che il radioso sorgere di quel purissimo astro è stato preparato da tutta l'eternità? Quando esaltiamo l'Immacolata Concezione di Maria, rendiamo onore alla divina Incarnazione. Gesù e Maria sono inseparabili. Isaia ce l'ha detto: essa è il ramo, e lui il fiore.
Ti siano rese dunque grazie, o Emmanuele, che ti sei degnato di chiamarci all'esistenza in tempi che seguono la proclamazione, sulla terra, del privilegio di cui hai abbellito il primo istante di vita di colei dalla quale dovevi attingere la natura umana! La tua santità infinita brilla d'un nuovo splendore ai nostri sguardi, e comprendiamo meglio l'armonia dei tuoi misteri. Nello stesso tempo sentiamo che, chiamati noi stessi a contrarre con te i più intimi legami in questa vita e a contemplarti faccia a faccia nell'altra, dobbiamo tendere a purificarci sempre più delle nostre più piccole macchie. Tu hai detto: "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio". L'Immacolata Concezione della Madre tua ci rivela a sua volta le esigenze della tua somma santità. Degnati, o Emmanuele, per l'amore che le hai portato, preservandola dall'alito del nemico, di soccorrere quelli dei quali pure è la madre. Ecco che tu vieni; fra pochi giorni essi ardiranno venire presso la tua culla. Le conseguenze del peccato originale sono ancora visibili in loro, e per colmo di sventura hanno aggiunto le proprie mancanze alla prevaricazione del progenitore. Purifica, o Gesù, i loro cuori e i loro sensi, affinché possano comparire davanti a te. Essi sanno che nessuna creatura raggiungerà mai la santità della Madre tua; ma ti chiedono il perdono e il ritorno della tua grazia, l'avversione per il mondo e per le sue massime, e la perseveranza nel tuo amore.
Tu che sei lo Specchio creato della Giustizia divina, più pura dei Cherubini e dei Serafini, in cambio degli omaggi che ti furono offerti nel giorno in cui fu proclamata per acclamazione di tutta la terra la gloria della tua immacolata Concezione, degnati di effondere su di noi il tuo tesoro di tenerezza e di protezione. Il mondo scosso fino alle fondamenta chiede, per ristabilirsi, l'aiuto della tua mano materna. L'inferno ha scatenato sul genere umano i più terribili spiriti di malizia i quali respirano solo bestemmia e distruzione; ma nello stesso tempo la Chiesa del tuo Figlio sente in sé una gioia nuova, e il seme della divina parola si spande e germoglia in tutti i luoghi. Si è scatenata una lotta formidabile, e spesso siamo tentati di chiederci chi la vincerà, ovvero se stia ormai per spuntare l'ultimo giorno del mondo!
O Regina degli uomini! L'astro della tua immacolata Concezione brillerebbe forse nel cielo per illuminare delle rovine? Il segno annunciato da Giovanni il Prediletto, la Donna che appare in cielo rivestita di sole, con la fronte cinta d'un diadema di dodici stelle e nell'atto di calpestare la mezzaluna, quel segno non ha forse maggior splendore e potenza dell'arco che apparve nel cielo per annunciare la pacificazione dell'ira divina nei giorni del diluvio? È una Madre che risplende su di noi, che scende verso di noi per consolare e guarire. È il sorriso del cielo misericordioso alla terra infelice e colpevole. Abbiamo meritato il castigo; la divina giustizia ci ha provati e ha il diritto di esigere ancora altre espiazioni; ma si lascerà piegare. La nuova effusione di grazie che il Signore ha sparso sul mondo, nel grande giorno di cui celebriamo la memoria, non rimarrà sterile; da allora il mondo è entrato in un altro periodo. Maria, che l'eresia bestemmiava da più di tre secoli, scende verso di noi per regnare; viene a dare il colpo di grazia agli errori da cui le genti sono state troppo a lungo sedotte; farà sentire il suo piede vittorioso al drago che si agita con tanta rabbia, e il divin Sole di giustizia di cui è rivestita verserà sul mondo rinnovato i fiotti d'una luce più splendente e più pura che mai. I nostri occhi non vedranno ancora quel giorno, ma possiamo già salutarne l'aurora.
Nel XVII secolo, un servo di Dio che la Chiesa ha poi innalzato alla gloria degli altari, il tuo devoto servo Leonardo da Porto Maurizio, o Maria, sembrava aver indicato l'epoca del tuo futuro trionfo come quella in cui il mondo doveva riconquistare la pace. Le agitazioni in mezzo alle quali scorre la nostra esistenza sono, vorremmo credere, il preludio di quella beata pace in seno alla quale la divina parola potrà percorrere il mondo senza ostacoli, e la Chiesa terrena cogliere i suoi frutti per la Chiesa celeste. O Madre di Dio, il mondo fu agitato anche nei tempi che precedettero il tuo divino parto; ma regnava la pace in tutta la terra quando, in Betlemme, tu gli desti il Salvatore. Aspettando l'ora in cui spiegherai la forza del tuo braccio, assistici negli anniversari che stanno per ricorrere; rendici puri e senza macchia, in quella notte gloriosa nella quale uscirà da te Gesù Cristo, Figlio di Dio, Luce eterna.
[1] Qui il Guéranger dava una breve spiegazione dell'uso liturgico delle ottave. Noi l'abbiamo omesso, perché il decreto della Congregazione dei Riti del 23 marzo 1955 soppresse tutte le ottave ad eccezione di quelle antichissime di Pasqua, Pentecoste e del Santo Natale.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 303-306