UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
Venezia | Belluno | Bolzano | Gorizia | Mantova | Padova | Pordenone | Treviso | Trieste | Udine | Verona | VicenzaVittorio Veneto

 

 

L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

2 DICEMBRE

SANTA BIBIANA, VERGINE E MARTIRE

 

Nel tempo dell'Avvento, la Chiesa celebra, fra le altre, la memoria di cinque illustri Vergini. La prima, santa Bibiana, che festeggiamo oggi, è romana; la seconda, santa Barbara, è l'onore delle Chiese dell'Oriente; la terza, sant'Eulalia da Merida, è una delle principali glorie della Chiesa di Spagna; la quarta, santa Lucia, appartiene alla Sicilia; e infine la quinta, sant'Odilia, è reclamata dalla Francia. Queste cinque Vergini prudenti hanno acceso la loro lampada ed hanno vegliato aspettando l'arrivo dello Sposo; e fu così grande la loro costanza e la loro fedeltà, che quattro di esse hanno versato il proprio sangue per amore di Colui che aspettavano. Fortifichiamoci con un simile esempio; e poiché, come dice l'Apostolo, non abbiamo ancora resistito fino al sangue, non ci lamentiamo della nostra pena e delle nostre fatiche durante le veglie del Signore, che compiamo nella speranza di vederlo presto, ma istruiamoci oggi con i gloriosi esempi della casta e coraggiosa santa Bibiana.

 

VITA. - Il nome di santa Bibiana non si legge nel martirologio geronimiano. I suoi Atti, che sono noti anche sotto il nome di Atti di san Pimenio, sono leggendari. Secondo essi, Bibiana sarebbe appartenuta ad una famiglia di martiri, che diedero tutti la propria vita per Cristo. Per conservare la sua fede e la sua purezza, preferì essere flagellata fino a morirne. In suo onore fu consacrata una basilica sull'Esquilino dal Papa Simplicio (468-483), e il Liber Pontificalis ci dice che il suo corpo riposa qui. Santa Bibiana è la patrona di Siviglia ed è invocata contro i mal di testa e l'epilessia.

 

O Bibiana, Vergine prudentissima, tu hai attraversato senza venir meno la lunga veglia di questa vita; e l'olio non mancava alla tua lampada quando d'improvviso è giunto lo Sposo. Eccoti ora per l'eternità nella dimora delle nozze eterne, dove il Diletto si pasce fra i gigli. Dal luogo del tuo riposo, ricordati di quelli che vivono ancora nell'attesa di quello stesso Sposo i cui abbracci eterni sono stati a te riservati per i secoli dei secoli. Noi aspettiamo la nascita del Salvatore del mondo, che deve segnare la fine del peccato e l'inizio della giustizia; aspettiamo la venuta di questo Salvatore nelle anime nostre, perché le vivifichi e le unisca a sé con il suo amore; aspettiamo infine il Giudice dei vivi e dei morti. Vergine saggia, piega, con le tue tenere preghiere, questo Salvatore, questo Sposo e questo Giudice, affinché la sua triplice visita, operata per gradi in noi, sia il principio e la consumazione di quella unione alla quale tutti noi dobbiamo aspirare. Prega anche, o Vergine fedelissima, per la Chiesa della terra che ti ha generata alla Chiesa del cielo, e che custodisce così religiosamente le tue preziose spoglie. Ottieni ad essa la fedeltà perfetta che la rende sempre degna di Colui che è il suo come il tuo Sposo. È così arricchita dei suoi più magnifici doni e fortificata con le sue più inviolabili promesse, ma vuole tuttavia che chieda, e noi pure chiediamo per essa, le grazie che debbono condurla al fine glorioso al quale aspira.

 

* * *

 

Consideriamo oggi la situazione della natura nella stagione dell'anno alla quale siamo giunti. La terra si è spogliata dell'usata veste, i fiori sono morti, i frutti non pendono più dagli alberi, il fogliame dei boschi è disperso dai venti, e il freddo colpisce ogni essere vivente; si direbbe che la morte è alle porte. Se almeno il sole conservasse il suo splendore, e tracciasse ancora nell'aria il suo corso radioso! Ma, di giorno in giorno, anch'egli accorcia il suo cammino. Dopo una lunga notte, gli uomini lo scorgono per vederlo presto ricadere al tramonto, nell'ora stessa in cui poco tempo fa i suoi raggi brillavano ancora di vivo splendore, ed ogni giorno che passa vede accelerarsi la rapida invasione delle tenebre. È forse il mondo destinato a veder spegnersi per sempre la sua fiaccola? È forse il genere umano condannato a finire nella notte? I pagani lo temerono, e per questo, contando con spavento i giorni di questa terribile lotta della luce e delle tenebre, consacrarono al culto del Sole il venticinquesimo giorno di dicembre, che era il solstizio d'inverno, giorno dopo il quale l'astro, sfuggendo ai legami che lo trattenevano, comincia a risalire e riprende gradualmente quella linea trionfante con la quale poco tempo fa divideva il cielo in due parti.

Noi cristiani, illuminati dagli splendori della fede, non ci arresteremo a queste umane paure: cerchiamo un sole al confronto del quale il sole visibile non è che tenebre. Con esso, potremo sfidare tutte le ombre materiali; senza di esso, la luce che crederemmo di avere non fa altro che sviarci e perderci. O Gesù, luce vera che illumini ogni uomo che viene in questo mondo, tu hai scelto, per nascere in mezzo a noi, l'istante in cui il sole visibile è vicino a spegnersi, per farci comprendere, con questa mirabile immagine, lo stato in cui eravamo ridotti quando venisti a salvarci e illuminarci. "La luce del giorno si spegneva - dice san Bernardo nel suo primo Sermone sull'Avvento; - il Sole di giustizia era quasi scomparso; sulla terra rimaneva appena una debole luce e un calore morente. Perché la luce della divina conoscenza era quasi spenta, e per l'abbondanza dell'iniquità s'era raffreddato il fervore della carità. L'angelo non appariva più; il Profeta non si faceva più sentire. L'uno e l'altro erano come scoraggiati dalla durezza e dall'ostinazione degli uomini; ma - dice il Figlio di Dio - allora appunto io dissi: Eccomi!". O Cristo, o Sole di giustizia, fa' che comprendiamo bene che cosa è il mondo senza di te; che cosa sono i nostri intelletti senza la tua luce e i nostri cuori senza il tuo divino calore. Apri gli occhi della nostra fede; e mentre quelli del nostro corpo saranno testimoni del quotidiano decrescere della luce visibile, penseremo alle tenebre dell'anima che solo tu puoi illuminare. Allora il nostro grido, dal profondo dell'abisso, si innalzerà verso di te che devi apparire nel giorno stabilito, e dissipare le ombre più dense con il tuo vittorioso splendore.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 257-259

 

 

Inizio Pagina

Torna a dom Guéranger