UNA VOCE VENETIA  

Messe latine antiche nelle Venezie 
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L'anno liturgico

di dom Prosper Guéranger

 

 

3 DICEMBRE

SAN FRANCESCO SAVERIO CONFESSORE, 
APOSTOLO DELLE INDIE

 

Gli Apostoli furono gli antesignani della Venuta del Cristo; era dunque giusto che al tempo dell'Avvento non mancasse la commemorazione di qualcuno di essi. La divina Provvidenza vi ha provveduto. Senza parlare di sant'Andrea, la cui festa è spesso già passata quando si apre il tempo dell'Avvento, s'incontra immancabilmente ogni anno san Tommaso all'approssimarsi del Natale. Diremo più avanti perché egli ha ottenuto questo posto in preferenza degli altri Apostoli; qui vogliamo solo insistere sulla convenienza la quale sembrava esigere che il Collegio Apostolico fornisse almeno uno dei suoi membri per annunciare, in questa parte del Ciclo cattolico, la venuta del Redentore. Ma Dio non ha voluto che il primo apostolato fosse il solo ad apparire all'inizio del Calendario liturgico; grande è pure, benché inferiore, la gloria di quel secondo Apostolato per il quale la Sposa di Gesù Cristo moltiplica ancora i suoi figli, in una feconda vecchiaia, come dice il Salmista (Sal 91,15). Vi sono ancora oggi dei Gentili da evangelizzare; la venuta del Messia è ben lontana dall'essere stata annunciata a tutti i popoli; ma, tra i valenti messaggeri del Verbo che, in questi ultimi secoli, hanno fatto risonare la loro voce in mezzo alle genti infedeli, non ve n'è alcuna che abbia brillato di più vivo splendore, che abbia operato maggiori prodigi e che si sia mostrata più somigliante ai primi Apostoli, del recente Apostolo delle Indie, san Francesco Saverio.

E certo, la vita e l'apostolato di quest'uomo meraviglioso furono l'oggetto di un grande trionfo per la nostra santa Madre la Chiesa Cattolica nel tempo in cui risplendettero. L'eresia, sostenuta in tutti i modi dalla falsa scienza, dalla politica, dalla cupidigia e da tutte le cattive passioni del cuore umano, sembrava giunta al momento della vittoria. Nel suo audace e sfrenato linguaggio, essa parlava sol più con profondo disprezzo di quella antica Chiesa fondata sulle promesse di Gesù Cristo; la denunciava alle genti, ed osava chiamarla la prostituta di Babilonia, come se i vizi dei figli potessero oscurare la purezza della madre. Infine Dio si mostrò, e d'improvviso il suolo della Chiesa apparve coperto dei più mirabili frutti di santità. Gli eroi e le eroine si moltiplicarono dal seno stesso di quella sterilità che era solo apparente, e mentre i pretesi riformatori si mostravano i più viziosi degli uomini, l'Italia e la Spaglia da sole brillavano d'uno splendore incomparabile per i capolavori di santità che si produssero nel loro seno.

Oggi è san Francesco Saverio, ma più d'una volta nell'Anno, ci troveremo a festeggiare i nobili compagni e le illustri compagne che la grazia divina gli ha suscitati: di modo che il XVI secolo non ebbe nulla da invidiare ai secoli più favoriti delle meraviglie della santità. Certo, non si preoccupavano molto della salvezza degli infedeli quei sedicenti riformatori che pensavano solo a distruggere i1 vero Cristianesimo sotto le rovine dei suoi templi; e appunto in quello stesso momento una società d'apostoli si offriva al Pontefice romano per andare a stabilire la fede presso i popoli più immersi nelle ombre della morte. Ma, fra tutti questi apostoli, come abbiamo detto, nessuno ha realizzato il tipo primitivo allo stesso grado del discepolo di Ignazio. Nulla gli è mancato, né la vasta estensione dei paesi solcati dal suo zelo, né le migliaia d'infedeli che ha battezzati con il suo braccio infaticabile, né i prodigi di ogni specie che lo mostrarono agli infedeli come segnato del sigillo che avevano ricevuto quelli di cui la santa Liturgia dice: "Questi sono coloro che, vivendo ancora nella carne, sono stati i piantatori della Chiesa". L'Oriente ha dunque visto, nel XVI secolo, un Apostolo venuto da Roma sempre santa, e il cui carattere e le cui opere richiamavano lo splendore di cui brillarono coloro che Gesù aveva egli stesso mandati. Sia dunque gloria al divino Sposo che ha vendicato l'onore della sua Sposa, suscitando Francesco Saverio e presentandoci in lui un'idea di ciò che furono, in seno al mondo pagano, gli uomini che egli aveva incaricati di promulgare il suo Vangelo.

 

VITA. - San Francesco nacque in Navarra nel 1506. Conobbe a Parigi sant'Ignazio di Loiola con il quale si legò in santa amicizia. Quando fu fondata la Compagnia di Gesù, Ignazio lo mandò nelle Indie nel 1542. Fu celebre per il suo spirito di preghiera, per la sua grande mortificazione, per il dono dei miracoli e per le innumerevoli conversioni che operò con la predicazione presso gl'infedeli. Morì nell'isola di Sanciano il 2 dicembre 1552. Il Suo corpo riposa a Goa (Indie) e il suo braccio destro è venerato nella chiesa del Gesù a Roma. San Francesco Saverio è patrono della Propagazione della Fede.

 

Glorioso apostolo di Gesù Cristo che hai illuminato della sua luce le genti sedute nelle ombre della morte, noi, Cristiani indegni, ci rivolgiamo a te, affinché con quella stessa carità che ti portò a sacrificare tutto per evangelizzare le genti, ti degni di preparare i nostri cuori a ricevere la visita del Salvatore che la nostra fede attende e che il nostro amore desidera. Tu fosti il padre delle genti infedeli; sii anche il protettore del popolo dei credenti, nei giorni in cui ci troviamo. Prima di avere ancora contemplato con i tuoi occhi il salvatore Gesù, lo facesti conoscere a innumerevoli popoli. Ora che lo vedi faccia a faccia ottieni che anche noi lo possiamo vedere, quando apparirà, con la fede semplice e ardente dei Magi dell'Oriente, primizie gloriose delle genti che tu sei andato ad iniziare alla luce mirabile (1Pt 2,9).

Ricordati anche, o grande Apostolo, di quelle stesse genti che hai evangelizzate, e presso le quali la parola di vita, per un terribile giudizio di Dio, ha cessato di essere feconda. Prega per il vasto impero della Cina che il tuo sguardo salutava morendo, e al quale non fu dato di sentire la tua parola. Prega per il Giappone, diletta piantagione che il cinghiale di cui parla il Salmista ha cosi orribilmente devastata. Ottieni che il sangue dei Martiri che vi fu sparso come l'acqua, fecondi finalmente questa terra. Benedici anche, o Saverio, tutte le Missioni che la nostra santa Madre Chiesa ha intraprese, nelle regioni in cui la Croce ancora non trionfa. Che i cuori degli infedeli si aprano alla luminosa semplicità della fede; che il seme fruttifichi al centuplo; che il numero dei nuovi apostoli, tuoi successori, vada sempre crescendo; che il loro zelo e la loro carità non vengano mai meno; che i loro sudori diventino fecondi e che la corona del loro martirio sia non solo la ricompensa, ma il complemento e l'ultima vittoria del loro apostolato. Ricordati, dinanzi al Signore, degli innumerevoli membri di quell'associazione per la quale Gesù Cristo è annunciato in tutta la terra, e che si è posta sotto il tuo patrocinio. Prega infine con cuore filiale per la santa Compagnia della quale sei la gloria e la speranza. Che essa fiorisca sempre più sotto il vento della tribolazione che non le è mai mancato, che si moltiplichi affinché per essa siano moltiplicati i figli di Dio, che abbia sempre al servizio del popolo cristiano numerosi Apostoli e savi Dottori, e non porti invano il nome di Gesù.

 

* * *

 

Consideriamo lo stato miserevole del genere umano nel momento in cui apparirà Cristo. L'affievolirsi delle verità sulla terra è crudelmente espresso dal diminuire della luce materiale in questi giorni. Le antiche tradizioni si vanno spegnendo da ogni parte; il Dio creatore di tutte le cose è misconosciuto nell'opera stessa delle sue mani, e tutto è diventato Dio, eccetto il Dio che tutto ha fatto. Questo orrido Panteismo distrugge la morale pubblica e privata. Tutti i diritti, fuorché quello del più forte, sono dimenticati; la voluttà, la cupidigia, il saccheggio siedono sugli altari e ricevono l'incenso. La famiglia è distrutta dal divorzio e dall'infanticidio; la stirpe umana è degradata in massa dalla schiavitù, e anche le nazioni periscono con le guerre di sterminio. Il genere umano non ne può più, e se la mano che l'ha creato non viene nuovamente in suo aiuto, deve inevitabilmente soccombere in una vergognosa e sanguinosa dissoluzione. I giusti che ancora conta e che lottano contro il torrente e la degradazione universale, non lo salveranno, perché sono disprezzati dagli uomini, e i loro meriti non potrebbero, dinanzi a Dio, coprire l'orribile lebbra che divora la terra. Più criminale ancora che nei giorni del diluvio, ogni carne ha corrotto la sua via; nondimeno, un secondo sterminio non servirebbe che a manifestare la giustizia di Dio; è tempo che venga sulla terra un diluvio di misericordia, e che colui che ha creato il genere umano discenda per guarirlo. Appari dunque, o figlio eterno di Dio. Vieni a rianimare quel cadavere, a guarire tante piaghe; a lavare tante sozzure, a rendere sovrabbondante la grazia là dove abbonda il peccato; e quando avrai convertito il mondo alla tua santa legge, allora avrai mostrato a tutti i secoli futuri che tu stesso o Verbo del Padre, sei venuto: perché se solo un Dio ha potuto creare il mondo, non c'era che l'onnipotenza d'un Dio che potesse restituirlo alla santità, dopo averlo strappato a Satana e al peccato.

 

da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 259-263

 

 

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