Messe latine antiche nelle
Venezie
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L'anno liturgico
di dom Prosper Guéranger
Missale Romanum
MARTEDÌ DELLA PRIMA SETTIMANA DI QUARESIMA
La Stazione è, a Roma, in S. Anastasia, nella medesima chiesa dove anticamente si celebrava la Messa dell'Aurora il giorno di Natale. Sotto gli auspici di questa santa Martire oggi sono presentati i nostri voti al Padre delle misericordie.
LEZIONE (Is 55,6-11). - In quei giorni il profeta Isaia parlò e disse: Cercate il Signore quando può essere trovato, invocatelo quando è vicino. L'empio abbandoni la sua via, l'iniquo i suoi pensieri, e ritorni al Signore che ne avrà misericordia, al nostro Dio che largheggia nel perdono. Perché io non penso secondo i vostri pensieri; il mio modo di agire non è come il vostro, dice il Signore. E come i cieli sono sopra la terra, così le mie vie sono sopra le vostre, i miei pensieri sopra i vostri. E come la pioggia e la neve discende dal cielo e non vi torna più, ma penetra e feconda la terra o la fa germogliare, in modo da donare il seme al seminatore e il pane a colui che mangia; così sarà della mia parola che uscirà dalla mia bocca: non tornerà a me senza frutto, ma opererà tutto quello che io ho stabilito, e compirà tutte quelle cose per le quali l'ho mandata (nella mente degli uomini): così dice il Signore onnipotente.
Confidenza e vigilanza.
Il Profeta ci fa sapere da parte del Signore che, se il nostro ritorno sarà sincero, discenderà sopra di noi la sua misericordia. Invano l'uomo si sforzerà di misurare la distanza infinita che separa la somma santità di Dio dallo stato di sozzura in cui giace l'anima del peccatore; niente di tutto ciò impedirà la riconciliazione della creatura col suo Creatore. La sua onnipotente bontà creerà un cuor puro (Sal 50,12) nell'uomo che si pente, e "dove abbondò il peccato sovrabbonderà la grazia" (Rm 5,12). Come una pioggia benefica sopra una terra sterile ed arida scenderà dal cielo la parola del perdono, e quella terra produrrà una messe abbondante. Però il peccatore ascolti tutta la profezia. È forse padrone l'uomo d'accettare o rifiutare la parola che viene dall'alto? Può egli lasciarla cadere oggi, pensando che la raccoglierà forse più tardi, al termine della vita? No; perché Dio ci dice per bocca del Profeta: "Cercate il Signore quando può essere trovato, invocatelo quando è vicino". Dunque, non sempre possiamo trovare il Signore quando vogliamo, e neppure ci è sempre vicino. Dobbiamo stare attenti ai suoi momenti; è suonata l'ora della misericordia, poi verrà quella della giustizia. "Ancora quaranta giorni, e Ninive sarà distrutta" (Gn 3,4), gridava Giona per le strade di quella superba città. Ninive non lasciò passare i quaranta giorni senza tornare al Signore e senza placarlo col digiuno, sotto la cenere ed il cilizio: e Dio perdonò a Ninive. Noi dobbiamo immedesimarci dei sentimenti di quella città, colpevole ma pentita; non sfidiamo la divina giustizia, rifiutando la penitenza o adempiendola in maniera imperfetta. Può darsi che la Quaresima che stiamo celebrando sia l'ultima che ci ha preparato la divina bontà: se non ci convenissimo, chi sa se il Signore tornerà un'altra volta! Meditiamo le parole dell'Apostolo che si riferiscono a quelle di Isaia: "La terra la quale beve la pioggia che spesso cade su di lei, e produce utili erbe per chi la coltiva, riceve la benedizione di Dio; ma se non da che spine e triboli, non è stimata niente, sta per essere maledetta e va a finire sotto le fiamme" (Ebr 6,7-8).
VANGELO (Mt 21,10-17). - In quel tempo: Entrando Gesù in Gerusalemme, tutta la città si commosse e ci si domandava: Chi è costui? E le turbe rispondevano: È Gesù, il Profeta di Nazaret di Galilea. E Gesù, entrato nel tempio di Dio, si mise a cacciare dal cortile dei gentili quelli che vi compravano e vendevano, e rovesciò le tavole dei cambiamonete e i banchi dei venditori di colombe, dicendo loro: Sta scritto: La casa mia sarà chiamata casa d'orazione; ma voi l'avete fatta una caverna di ladri. E si avvicinarono a lui nel tempio ciechi e zoppi, e li guarì. Ma i prìncipi dei sacerdoti e gli Scribi, avendo vedute le meraviglie da lui operate, ed i fanciulli che gridavano nel tempio: Osanna al figlio di David, gli dissero indignati: Senti quel ch'essi dicono? Si, replicò loro Gesù, e non avete mai letto: Per bocca dei fanciulli e dei lattanti hai resa perfetta la tua lode? Poi, lasciati loro, uscì fuori dalla città per recarsi a Betania, dove passò la notte.
L'obbediente.
La santa Quaresima è appena al suo inizio; ma prima che volga al termine assisteremo al supplizio del Giusto. Ecco rizzarsi davanti a lui i suoi implacabili nemici. A che prò i loro occhi furono testimoni dei suoi prodigi? L'invidia e la superbia hanno disseccato i loro cuori, ed essi non hanno voluto intendere nulla. Nel vedere Gesù esercitare un atto d'autorità nel tempio, quegl'infedeli custodi della casa di Dio ammutolirono; una meraviglia mista a terrore s'era impossessata di loro. Neppure fiatarono, quando Gesù chiamò il tempio sua casa, soggiogati com'erano dall'ascendente della sua virtù e temendo il suo potere sovrumano. Ora hanno ripreso la loro audacia; percosse le loro orecchie dalla voce dei fanciulli che gridano Osanna, s'indignano ed osano brontolare contro l'omaggio reso al figlio di David, che passa beneficando. Accecati dalla passione, questi dottori della Legge non sanno più riconoscere le profezie, ne costatarne l'avveramento. Si attuava appunto l'oracolo d'Isaia che abbiamo letto poco fa: perché non hanno voluto cercare il Signore quando l'avevano vicino, non sanno più riconoscerlo, anche quando parla loro. Lo sentono e lo benedicono i bambini, ma i sapienti d'Israele non vedono in lui che un nemico di Dio ed un bestemmiatore.
Approfittiamo almeno noi della vita di Gesù, affinché non ci abbandoni come abbandonò quei falsi sapienti. Allentandosi da loro Gesù lasciò la città e ritornò a Betania nei pressi di Gerusalemme (Mt 21,17). Lì abitava Lazzaro, insieme alle due sorelle Marta e Maria Maddalena; lì pure s'era ritirata Maria, Madre di Gesù, nell'attesa del terribile avvenimento che stava per compiersi. San Girolamo fa notare, nel suo commento su S. Matteo, che la parola Betania significa casa dell'obbedienza; da ciò apprendiamo, che il Salvatore s'allontana dai cuori che si ribellano alla sua grazia, ed ama riposare in quelli obbedienti.
Accogliamo l'intera lezione di Gesù e dimostriamo, in questi giorni di salute, con la nostra obbedienza alla Chiesa e la sottomissione alla guida della nostra coscienza, che finalmente riconosciamo dov'è riposta la nostra salute, cioè nell'umiliazione della nostra superbia e nella semplicità del nostro cuore.
PREGHIAMO
Salgano a te, o Signore, le nostre preghiere; e tu allontana dalla tua Chiesa ogni male.
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 516-519
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