Messe latine antiche nelle
Venezie
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L'anno liturgico
di dom Prosper Guéranger
MARTEDÌ DI SESSAGESIMA
I peccati del mondo attuale.
Quando riflettiamo ai gravi avvenimenti che caratterizzarono la prima età del mondo, stentiamo a credere con quanta impudenza la malignità umana si schierò contro Dio. E pensiamo: come mai fu dimenticata così presto la voce del Signore nell'Eden? come mai i discendenti di Adamo non furono indotti dallo spettacolo della sua penitenza ad umiliarsi davanti a Dio e a camminare nella sua via? come mai la promessa d'un Mediatore, che doveva riaprire loro le porte del perduto Paradiso, non risvegliò nei loro cuori il desiderio di rendersi degni di essere suoi antenati e di partecipare alla rigenerazione che egli avrebbe portata agli uomini?
I secoli che seguirono alla morte di Adamo furono contraddistinti da scandali e delitti; egli stesso vide coi propri occhi uno dei suoi figli farsi l'assassino del fratello. Dobbiamo dunque stupirci della perversità dei primi uomini, quando, dopo millenni che il Signore profonde i suoi benefici sulla terra, gli uomini sono ancora più tronfi di superbia, e più ingrata e ribelle è la loro volontà? Che cos'è mai la dura lezione del Paradiso e il castigo del diluvio per la maggior parte degli uomini che si degnano di credere a tali fatti? Nient'altro che un ricordo, incapace di scolpire nella durezza della loro vita il sentimento della giustizia di Dio! Ma più fortunati dei loro avi, sanno che non verrà più dal cielo un altro Messia, che Dio s'è fatto uomo, è già in mezzo a loro ed ha infranto l'impero di satana, e che la via del cielo è accessibile a tutti, grazie agli aiuti soprannaturali che offre il Mediatore nei Sacramenti. E tuttavia il peccato spadroneggia e trionfa più che mai in seno al Cristianesimo!
Senza dubbio ora i giusti sono più numerosi dei tempi di Noè. Ma quali tesori di grazie il Salvatore ha anche profuso all'ingrata nostra generazione per il ministero della Chiesa sua Sposa! S'incontrano sì, sulla terra, dei cristiani fedeli, ed il numero degli eletti aumenta ogni giorno più: ma una grande moltitudine vive in disgrazia di Dio e conduce una vita in contrasto con la sua fede.
Quando perciò la Chiesa richiama alla nostra mente i tempi in cui "ogni carne seguiva la via della corruzione", non ha altro scopo che stimolarci a pensare alla nostra conversione. Ricordandoci le opere malvage dei primi uomini, ci ammonisce di riflettere sopra noi stessi e giudicarci; facendo risuonare nelle nostre orecchie lo scroscio delle cateratte del firmamento, che si spalancarono a sommergere la terra con tutti i suoi abitanti, ci consiglia a non scherzare con Dio, che si mostrò già una volta così potente e terribile a vendicarsi contro la sua creatura ribelle.
Mentre nella precedente settimana abbiamo ponderata la gravità del peccato di Adamo, che per noi non è personale, ma grava così crudelmente su tutti noi con le sue conseguenze, i peccati che dobbiamo riconoscere e piangere in questa settimana sono proprio i nostri peccati! Colmati dei divini favori, illuminati dalla sua luce, riscattati nel suo sangue e fortificati dalla grazia contro tutti gli ostacoli, abbiamo nondimeno seguito una vita così corrotta da far pentire il Signore d'averci creati. Confessiamo questa nostra malvagità e riconosciamo umilmente che, "se non siamo stati ancora annientati, lo dobbiamo alla sua misericordia" (Lamentazioni di Geremia 3,22).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 443-445