Messe latine antiche nelle
Venezie
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L'anno liturgico
di dom Prosper Guéranger
MERCOLEDÌ DI SESSAGESIMA
Il castigo del peccato.
Abbiamo peccato ed abusato della vita, o giusto Iddio! e quando leggiamo la storia dei castighi che la vostra collera riversò sui peccati dei tempi antichi, sentiamo che anche noi abbiamo meritato un simile trattamento. Ma abbiamo la sorte d'essere cristiani e figli della vostra Chiesa; la luce della fede e l'impulso della vostra grazia ci hanno condotti a voi. Ma intanto possiamo scordarci della nostra antica condizione? Siamo così saldi nel bene da poterti promettere di perseverare sempre? O Signore! "trafiggete le nostre anime col vostro timore" (Sal 118,120), perché abbiamo un cuor duro ed abbiamo bisogno di tremare al vostro cospetto per non correre pericolo di tradirvi ancora.
Ci atterriscono lo spettacolo del mondo sommerso nei flutti e l'estinzione di quella generazione, che ci mostrò come la vostra pazienza e longanimità può anche qualche volta stancarsi e scendere ad una vendetta senza pietà; perché siete giusto, Signore, e nessuno di noi ha il diritto di meravigliarsi e di lagnarsi.
Abbiamo sfidata la vostra giustizia ed affrontata la vostra vendetta. Che se ormai avete impegnata la parola a non annientare mai più la generazione dei peccatori con le acque, sappiamo però che, nella vostra collera, avete acceso un fuoco eterno che divorerà tutti quelli che lasceranno il mondo senza essersi riconciliati con voi. Oh, dignità della nostra fragile natura! Colui che ci ha tratti dal nulla vuole averci eternamente amici o nemici.
Proprio così. Creati intelligenti e liberi, davanti a noi si presenta il bene ed il male: a noi la scelta; non possiamo restare neutrali. Se optiamo per il bene, Dio si rivolge a noi con amore; ma se scegliamo il male, la rompiamo con lui, che è il sommo bene.
Ma la sua misericordia è infinita verso le deboli creature che trasse dal nulla per amore, e volendo sinceramente la salvezza di tutti, aspetta sempre con pazienza il ritorno del peccatore attirandolo in mille maniere.
Però, guai a chi rifiuta la divina chiamata quando questa è l'ultima! S'adempirà allora la giustizia, e l'Apostolo ci dice ch'è cosa terribile cadere nelle mani del Dio vivente (Ebr 10,31). Impariamo a fuggire l'ira che ci sovrasta (Mt 3,7) ed affrettiamoci a fare la pace col Padrone che abbiamo irritato con le nostre colpe. E quando saremo nella sua grazia, camminiamo nel santo timore, finché, radicato più profondamente nel nostro cuore il suo amore, meritiamo di correre nella via dei suoi comandamenti (Sal 118,33).
da: dom Prosper Guéranger, L'anno liturgico. - I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad. it. P. Graziani, Alba, 1959, p. 445-446