Messe latine antiche nelle
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Il vescovo risponde dalla lettera dell’Associazione "Una Voce" che vuole salvaguardare il rito tridentino
Messa in latino, ora tocca ai parroci
Andrich: "Non dobbiamo più valutare noi presuli"
Anche di domenica se la chiede un gruppoLa Santa Messa secondo il rito tridentino a breve anche a Belluno potrà essere celebrata. Questa, almeno, è la speranza di Una Voce, associazione internazionale, ben strutturata in tutto il Triveneto, nata una ventina d'anni fa per la salvaguardia della liturgia latina tradizionale della Chiesa cattolica. L'associazione, rappresentata in provincia da Mirco Rabini, lo scorso 1 dicembre aveva scritto al vescovo, monsignor Giuseppe Andrich, chiedendo la concessione della celebrazione di una messa in latino con il messa le di San Pio V.
In base al Motu proprio (letteralmente "di propria iniziativa", per antonomasia una decisione del papa che non è stata proposta da alcun organismo della Curia Romana), i sacerdoti non devono chiedere alcun permesso per usare l'antico rito nelle messe fuori orario mentre, nel caso vi siano gruppi stabili di persone che chiedono al parroco l'antica liturgia, questa dovrà essere concessa anche nelle celebrazioni domenicali delle parrocchie.
Il vescovo di Belluno-Feltre ha risposto, lo scorso 17 dicembre, attraverso una lettera del vicario generale, don Luigi Del Favero. Nella missiva si legge: "In ossequio rispettoso e totale a quanto stabilito nella Lettera Apostolica motu proprio, la invito, qualora ricorressero le condizioni stabilite, a rivolgersi fiducioso al suo parroco. Come indicato nella Lettera di Sua Santità ai vescovi, le norme intendono anche liberare i Vescovi dal dover sempre di nuovo valutare come sia da rispondere alle diverse situazioni".
Semaforo verde, dunque. La palla, a questo punto, passa ai parroci. "Siamo fiduciosi ha spiegato ieri Rabini nel corso di una conferenza stampa, cui hanno partecipato anche Maurilio e Nicola Cavedini, di Una Voce Verona. Sotto Natale, al termine di una sola Messa, davanti alla chiesa di San Pietro a Belluno e a Sedico abbiamo raccolto una sessantina di firme. Tutta gente che si è detta disposta a tornare all'antico rito. Non per nostalgia, ma perché quel rito ha una sacralità che la Messa di Paolo VI non ha". "Il latino ha aggiunto Nicola Cavedini non divide la Chiesa, ma la unisce: la comprensione è prima di tutto comprensione dei contenuti del rito e solo in un secondo momento delle parole". Il problema, ora, sarà soprattutto quello di trovare un sacerdote disposto a celebrare con il vecchio messa le ogni domenica e nelle feste di precetto (info: www.unavoce-ve.it oppure telefono 338 6429958).
Ilario Tancon
da "Il Gazzettino" Ed. Belluno, 9 gennaio 2008
www.ilgazzettino.it
DOCUMENTI CORRELATI
Lettera del vicario generale di Belluno sull'applicazione di Summorum Pontificum
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Inserito il 9 gennaio 2007
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