1. Nella realtà ineffabile del Corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa, glorifico il Signore il quale nelle viscere della sua misericordia ha preparato per noi questo momento di santa gioia.

Gioisco nel pensare che la Vergine Santissima, la quale ha anticipato l’ora del Signore a Cana di Galilea, e fu il cuore ecclesiale del Cenacolo ove si è dimostrata Madre e Regina degli apostoli, è stata continuamente al nostro fianco in questo cammino, premurosa come sempre.

Il Santo Padre non ha potuto fare a meno di notare come la lettera che gli ha indirizzato il caro fratello mons. Licínio Rangel, insieme con i sacerdoti dell’Unione San Giovanni Maria Vianney, reca la data dell’Assunzione di Maria Santissima al cielo, il 15 agosto 2001.

Il Papa del "Totus tuus" non poteva fare a meno di accogliere, col cuore pieno di giubilo, la richiesta da voi fatta, di essere accolti nella pienezza della comunione e ricevere il riconoscimento giuridico della vostra realtà, come cattolici, nell’unica Chiesa.

Vi reco, dunque, il cuore paterno del Vicario di Cristo, Pastore universale, Pietra su cui Cristo edificò la sua Chiesa. Vi reco le braccia aperte di Giovanni Paolo II, Pietro oggi, le sue braccia che, come la meraviglia architettonica delle colonne di S. Pietro, si aprono in un abbraccio universale che è, a un tempo, invito insistente all’unità, alla comunione e alla missione!

2. Risponde al vero che i tempi non sono facili; è vero che la barca della Chiesa deve solcare acque tempestose, esposte ai venti di ideologie e di culture che, essendo antiumane, sono anche anticristiane. È vero che talune crepe negli aspetti storici umani possono fare penetrare all’interno della barca, come avvenne quando, al Lago di Genezareth, gli apostoli, spaventati e pieni di angoscia invocarono ad alta voce Cristo che sembrava dormire: Domine, salva nos quia perimus! (Mt 8, 25).

È vero. Ma al di sopra delle nostre angosce, al di sopra di tutti i nostri dubbi, al di sopra di tutte le nostre perplessità e timori, si leva una voce, "la" voce: "Perché avete paura, uomini di poca fede?" (Mt 8, 26): Tu es Petrus, et super hanc petram aedificabo Ecclesiam meam et portae inferi non praevalebunt (Mt 16,18).

La nave di Pietro può trovarsi in acque agitate, ma le è assicurata l’assistenza divina: "semper fluctibus agitata, et semper victrix", come soleva dire, in un atto di fede, sant’Alfonso Maria de’Liguori.

Nostro Signore Gesù Cristo si trova all'interno della barca. Pietro, principio perpetuo e fondamento visibile dell’unità della Chiesa tiene il timone. La Vergine Immacolata continua, nella storia, a schiacciare la testa del serpente diabolico fino alla consumazione dei tempi.

Questa è la fede che vince il mondo, questa è la fede che ci gloriamo di professare!

3. Prima di compiere quanto ha disposto il Santo Padre Giovanni Paolo II, desidero dire un "grazie" davvero fraterno e cordiale ai venerati fratelli mons. Roberto Guimarães, vescovo di questa diocesi, per la generosa e cordiale collaborazione offerta e mons. Licínio Rangel, per la buona volontà e il coraggio di compiere questo passo. Un grazie sincero a padre Fernando Rifan, interlocutore paziente e generoso. Un caloroso grazie ai sacerdoti dell’Unione San Giovanni Maria Vianney e al Presbiterio della diocesi di Campos, che da oggi in poi si incontrano riuniti nel Cuore del Buon Pastore.

Ma debbo rivolgere un grazie commosso, qui, alla presenza del Signore, a tutti quei laici, religiosi e religiose, sacerdoti che in tanti luoghi hanno aiutato questo cammino nelle loro preghiere, e continuano a sostenere la santa causa della veste inconsutile di Cristo. Per questa santa causa, per la quale lo stesso Salvatore ha pregato, ogni sforzo sarà sempre vissuto con gioia, e credo che nessuno di noi rifiuterà il proprio contributo.

4. Ubi caritas et amor, Deus ibi est.

Nella diocesi di Campos e nella Amministrazione apostolica San Giovanni Maria Vianney, che oggi ha inizio, per intercessione della Piena di Grazia, si rafforzi sempre la carità e l’amore, realizzando in tal modo la raccomandazione di papa san Leone Magno: "Non potrà restare salda la nostra unità, se il vincolo dell’amore non ci tiene fermi con forza inseparabile" (lettera 14, 1-2 al vescovo Atanasio).