Messe latine antiche nelle Venezie
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Il Coordinatore di Una Voce delle Venezie ha preso posizione, con la lettera pubblicata sul Corriere del Veneto del 16 febbraio, qui riprodotta, sul sacrilegio di domenica 6 febbraio in basilica di S. Marco (cfr. anche Il Gazzettino, 9 febbraio 2005). Resta ferma la nostra preoccupazione e denuncia per i rischi e i danni derivanti dalla Comunione in mano.
Una Voce Venetia
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LETTERE
RELIGIONE
Eucarestia e profanazioni
La profanazione sacrilega delle specie eucaristiche avvenuta giorni fa nella basilica di San Marco suscita giusta esecrazione e sconcerto, tanto più che neppure l'intervento degli addetti alla Sacrestia di una delle chiese più controllate del Veneto ha potuto impedirla, e i responsabili si sono allontanati senza conseguenze. Ma tant'è, ormai Venezia fa parte dell'Italia, la patria del diritto, della licenza e dell'impunità. I fatti, come si sono svolti, pongono un interrogativo. Alcuni nordafricani, a quanto si è appreso, dopo aver turbato la celebrazione della messa, hanno ricevuto la Comunione in mano e hanno cercato di allontanarsi con la particola: obbligati a ingerirla dal personale della basilica, sono usciti e l'hanno sputata per terra per spregio (l'ostia per fortuna è stata recuperata, ma poteva andare molto peggio). Quello che non si capisce è perché a queste persone - che già avevano palesato la loro attitudine profanatoria - sia stata data la Comunione in mano, quando la Santa Sede prescrive espressamente che "se c'è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli" (Istruzione Redemptionis sacramentum, 92 if). La verità è che oggi molti sacerdoti la Comunione la danno sempre e comunque in mano, magari anche al fedele che la vuole in bocca, e non si ricordano più che nelle nostre terre è tradizione secolare ricevere l'ostia sulla lingua. Anzi, sembra proprio che questa tradizione la si voglia cancellare. La Comunione in mano, si è sempre saputo, non evita, ma rende più facili l'irriverenza e la profanazione. Le conseguenze si vedono, è inutile lamentarsi
Fabio Marino
Padova
da "Corriere del Veneto", 16 febbraio 2005
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Inserito il 17 febbraio 2005
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