L'Arena, 12 febbraio 2006 - "Messe latine, don Pavesi perseguitato". "Una Voce": è emarginato perché segue il rito tridentino

Protesta per il sacerdote

"Messe latine, don Pavesi perseguitato"

"Una Voce": è emarginato perché segue il rito tridentino

La messa tradizionale latina che si celebra nella chiesa di Santa Toscana è in pericolo e gli esponenti dell'associazione internazionale "Una Voce-Verona", insorgono contro la Curia. Tutto ha inizio da quando un giovane sacerdote italo-brasiliano, Vilmar Pavesi, ha iniziato a dire messa secondo l'antico rito romano alle sette e trenta del mattino, alla quale è seguita anche la celebrazione di quella domenicale delle ore 11. "Gli elementi progressisti del clero veronese, premono sul vicario generale della diocesi per mandare via don Pavesi", accusa Nicola Cavedini, rappresentante di Una Voce, "non sopportano che egli professi la messa ed insegni il catechismo. La situazione che il giovane sacerdote sta attraversando è grave: è stato messo alla porta dalla casa religiosa che lo ospitava ed ora è costretto a pagarsi un alloggio".

I tradizionalisti del culto cristiano sostengono che come ai bambini arabi viene insegnato il corano nelle madrasse, così si dovrebbe impartire il catechismo cattolico ai bambini cristiani che ne fanno richiesta. Non usano mezzi termini quando affermano che "quanto si sta verificando nasce dal timore che anche a Verona, come in altri Paesi europei, nasca una chiesa tradizionalista".

Nella chiesa di Santa Toscana il rito latino-gregoriano si tiene da 12 anni. Ma c'è chi vuole che sia confinata ai soli giorni festivi.

"Non è democratico", contesta sempre Cavedini, "la parrocchia personale di rito antico è prevista dal codice di diritto canonico e anche dai documenti della Santa Sede. Non a caso papa Benedetto XVI convocherà il 13 di febbraio i cardinali della Curia per decidere della definitiva liberalizzazione del messale romano tradizionale, peraltro mai abrogato". (a.z)

da "L'Arena", 12 febbraio 2006

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Inserito il 17 febbraio 2006