Mons. Amato, è "un passo indietro" se il Papa celebra in pubblico con il rito di san Pio V?

Mons. Amato, è "un passo indietro" se il Papa celebra in pubblico con il rito di san Pio V?

In una intervista a "Verona Fedele" il prelato dichiara di non credere a una messa antica in pubblico di Benedetto XVI

Nel settimanale della diocesi di Verona, di nome "Verona Fedele", del 3 febbraio 2008 è pubblicata una intervista - non smentita - con mons. Angelo Amato, dal titolo: Intervista al segretario dell'ex Sant'Uffizio, mons. Angelo Amato. "La Chiesa e il Papa hanno diritto di parola" (p. 7, siglato E. Zup.).

A un certo punto si legge la seguente domanda, con la seguente risposta:

- Quindi secondo lei Benedetto XVI non celebrerà mai in pubblico con il rito di San Pio V, sdoganato dal Motu Proprio dello stesso pontefice?

"Non credo. Il Motu Proprio è stato scritto per accontentare alcuni gruppi di fedeli che da sempre nelle loro celebrazioni seguono il messale antico. Nella Chiesa non c'è rottura tra prima del Concilio e dopo il Concilio. Ma c'è continuità nel progresso. Con il suo documento Ratzinger non ha fatto nessun passo indietro".

Sembra di capire che mons. Amato ha un interpretazione ben riduttiva della portata del Motu proprio, dove questi "gruppi di fedeli" da "accontentare" appaiono come dei seccatori petulanti da tener buoni perché non disturbino troppo, ma talmente minorati che non si meritano che il Papa nemmeno una sola volta dica la messa per loro. Sì, perché il lettore di questa intervista non può non pensare che mons. Amato ritenga che se Benedetto XVI celebrasse la messa antica in pubblico, questo sarebbe - non sia mai! - "un passo indietro". Sarà veramente così?

Del resto il tono delle domande dell'intervistatrice, che sembrano quelle che rivolgerebbe un giornale non cattolico, piuttosto che uno "fedele", non appare particolarmente rispettoso verso la persona del Santo Padre.

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Inserito il 21 febbraio 2008