UNA VOCE VENETIA

Messe latine antiche nelle Venezie

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"Ad Deum, qui laetificat iuventutem meam"

All'Udienza Generale il Santo Padre ricorda l'antica messa

 

Salmo 42 - Desiderio del Tempio di Dio

Lodi Martedì 2a Settimana (Lettura: Sal 42, 1.3-4).

4. Tutto, a quel punto, diviene canto, letizia, festa (cfr v. 4). Nell’originale ebraico si parla del "Dio che è gioia del mio giubilo". Si tratta di un modo di dire semitico per esprimere il superlativo: il Salmista vuole sottolineare che il Signore è la radice di ogni felicità, è la gioia suprema, è la pienezza della pace.

La traduzione greca dei Settanta è ricorsa, sembra, a un termine equivalente aramaico che indica la giovinezza e ha tradotto "al Dio che rallegra la mia giovinezza", introducendo così l’idea della freschezza e dell’intensità della gioia che il Signore dona. Il salterio latino della Vulgata, che è una traduzione fatta sul greco, dice quindi: "ad Deum qui laetificat juventutem meam". In questa forma il Salmo veniva recitato ai piedi dell’altare, nella precedente liturgia eucaristica, quale invocazione introduttoria all’incontro col Signore.

Giovanni Paolo II

 

dall'Udienza Generale di mercoledì 6 febbraio 2002

 

 

 

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