Messe latine antiche nelle
Venezie
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Belluno, Motu proprio by night?
Il Gazzettino del 2 marzo 2009 riporta la dichiarazione di mons. Andrich, vescovo di Belluno, in occasione della riapertura della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a Mussoi: "ogni domenica mattina alle 7.30 vi si celebrerà il rito in latino". La messa all'alba, si sa da altre fonti, dovrebbe iniziare domenica 8 marzo prossimo. L'associazione Una Voce prende atto della decisione del Presule, dopo anni di richieste da parte dei fedeli, e attende lo svolgimento della prima celebrazione, per verificare se questo "rito in latino" davvero sarà la messa tridentina nella forma straordinaria prevista dal Motu proprio Summorum Pontificum nel rispetto delle rubriche che la regolano.
Una Voce Venetia
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A MUSSOI
Una porta di cristallo dal Lions per la chiesa dei Frati dove la domenica mattina si celebrerà la messa in latino
Il cammino delle Dolomiti, l'itinerario spirituale che attraversa la provincia, si è arricchito ieri di una nuova tappa: la chiesetta di Santi Filippo e Giacomo, di rimpetto alla più conosciuta Chiesa dei Frati di Mussoi. Una porta in cristallo, donata dal Lions Club Belluno nel cinquantenario della fondazione, rende unico nel genere il luogo di culto. Come ha sottolineato il vescovo Andrich, l'originale soluzione permetterà di garantire la tutela dei suoi beni artistici, senza limitare la possibilità di godere della bellezza degli affreschi e della volta a croce. E in futuro ogni domenica mattina alle 7.30 vi si celebrerà il rito in latino. Il recupero e la restituzione alla comunità dell'antica costruzione è il coronamento di un'attività avviata più di dieci anni fa, quando l'architetto Francesco Palma scoprì la chiesetta, abbandonata e degradata a semplice ricovero. Grazie alla sensibilità di padre Mario, allora parroco di Mussoi, e all'opera di alcuni volontari, la costruzione fu sgomberata e si cominciò a progettarne il recupero. Edificata nel 1390, per opera della confraternita dei Battuti, la chiesetta costituì per secoli l'unico riferimento religioso per gli abitanti della zona. Dal 1420 ogni anno, il primo maggio, i rettori di Venezia vi facevano pellegrinaggio. Fu il primo papa bellunese Gregorio XVI, nato nell'edificio contiguo, a dare ulteriore importanza al sito, scegliendolo come tomba dei genitori e provvedendo ad una rendita per farvi celebrare la messa domenicale per molti anni a venire. Il primo gruppo di visitatori entrato nella chiesetta è rimasto stupefatto dalla bellezza delle pitture murali: sulla parete destra è raffigurato San Giorgio nell'atto di trafiggere il drago e su quella sopra la porta minore, la messa di Bolsena. Di seguito, sulla prima campata, sono ritratti lo Spirito Santo e i Dottori della Chiesa latina, mentre, sulla seconda, trova posto un'immagine ieratica dell'Eterno. Sugli affreschi laterali, del XVI secolo, sono evidenti i segni degli scalpelli che, all'epoca della peste, furono utilizzati per permettere di intonacare le pareti con la calce e renderle più salubri. "Garantire l'accessibilità attraverso questa porta in cristallo, che si apre a 180° è stato il primo passo - ha precisato Francesco Palma - ma il vero restauro sarà effettuato solo dopo l'analisi di tre anni che stiamo avviando all'interno del corso organizzato dal Centro Consorzi di Sedico".
Loredana Losso
da "Il Gazzettino", 2 marzo 2009
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Inserito il 5 marzo 2009
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