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Libri - Segnalazioni
La Beata Sempre Vergine Maria Madre di Dio. Omelie mariane di padre Tomáš Týn, O. P., s.l. [Bologna], Associazione Figli Spirituali di Padre Tomáš Týn, s.a. [2005], pp. 160.
di don Ivo Cisar
Corredata da una interessante ed edificante nota biografica (pp. 11-17) e da alcune illustrazioni, questa raccolta di 18 omelie mariane, non semplicemente devozionali, ma profondamente ricche di contenuti teologici e filosofici, di varia lunghezza, condotte in tono di immediatezza di parola viva, curata dagli amici e stimatori del Padre domenicano di origine ceca Tomáš Týn, nato a Brno il 3 maggio 1950 e morto nella famiglia dei genitori medici a Neckargemund in Germania il 1° gennaio 1990, dopo un'intensa attività accademica (professore di teologia morale e con incarichi relativi agli studi nel suo Ordine religioso) ed apostolica (catechista, predicatore, direttore spirituale) svolta a Bologna, e dopo aver offerto la vita per la libertà della sua patria, rispecchia il suo ritratto spirituale, fatto di carità affabile, ma anche di resistenza al mondo (non possiamo astenerci dal far sapere che egli chiamava il televisore "cubus diabolicus"), una fisionomia robusta radicata nella più sana tradizione teologica tomistica e liturgica tradizionale.
Il ciclo delle omelie, fortemente agganciato alle cadenze dell'anno liturgico, va dalla festa della Madre di Dio il primo gennaio fino alla Presentazione di Maria al Tempio e la festa dell'Immacolata Concezione (nel 1986). Inserite si trovano l'esegesi del Vangelo delle nozze di Cana, la spiegazione del rosario della Beata Vergine Maria e quella del messaggio di Fatima.
Padre Týn si rivela come "scriba dotto nel regno di Dio simile al padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche" (Mt 13,52) e, come è il significato del termine arcaico boemo "týn", baluardo o volta celeste, nome che porta anche un antico storico tempio mariano nel centro di Praga. Egli non solo annuncia, spiega, con afflato spirituale che fa respirare un'aria salubre, la sana dottrina (cfr. 2Tm 4,3; Tt 1,9), ma anche orienta e premunisce gli ascoltatori, respingendo con una forte vis polemica i gravi errori del nostro tempo, specialmente quello del modernismo, mentre, munito dello spessore tomistico (non per nulla si chiama Tomáš) del pensiero, spazia dalla sacra Scrittura (che meriterebbe essere citata esplicitamente) attraverso la filosofia fino alla concreta situazione della Chiesa e della società attuale.
Delle dense ed acute, stimolanti pagine segnaliamo in particolare: la spiegazione, nell'omelia del 1° gennaio, della nozione cristiana della pace contro il laicismo scristianizzante che vuole regnare senza e contro Cristo; la difesa della verità obiettiva contro il modernismo nell'omelia sul Cuore Immacolato di Maria il primo sabato dell'anno. Parlando, nella festa del Battesimo di Gesù, del battesimo e della consacrazione a Maria Santissima, padre Týn afferma: "la sensibilità moderna mi preoccupa, perché non è una sensibilità soprannaturale e buona, ma è un superficiale ottimismo che vorrebbe chiudere gli occhi davanti alla gravità dell'esistenza, davanti alla tragedia dell'esistenza dell'uomo peccatore su questa terra. Sant'Agostino dice con chiarezza, che al di là di Cristo, avulsi …da Cristo e dai suoi benefici, noi siamo una massa damnationis" (p. 38).
Discorrendo dell'Immacolata Concezione apparsa a Lourdes, egli rileva l'istituzione dei sacramenti "a dispetto di tutti i protestanti e modernisti" (p. 46) ed i fatti delle guarigioni miracolose "a dispetto di tutto il modernismo e di tutto il razionalismo scientistico del tempo di oggi" (p. 50). Nell'omelia per il sabato in tempo pasquale, padre Týn sostiene con energia che Dio, creando la luce e distinguendola dalle tenebre, distingue, separa, mentre il primo gnostico, Satana, non riconoscendo la nostra differenza da Dio, vuole mescolare la luce con le tenebre (p. 53). Illustrando il mistero della santificazione, quindi della santità di Maria, dovuta alla grazia di Cristo, egli parla della Sua, e quindi della nostra deiformità, nella quale sta la vera maturità dell'uomo (cfr. Ef 4,13; p. 61).
Celebrando la festa del Cuore Immacolato di Maria, successiva a quella del Sacro Cuore di Gesù, padre Týn - premettendo che repetita iuvant - menziona il piano salvifico divino attuato per mezzo di Maria, e raccomandando di nuovo la devozione a Maria nello spirito di san Luigi Maria Grignion di Montfort, afferma: "Tutte le rivoluzioni, tutte le ribellioni, sin da Lucifero, sono rivoluzioni rivolte contro Dio ed il mistero della salvezza da lui predisposto; sono rivoluzioni dettate dalla superbia e perciò capiamo molto bene perché tali rivoluzioni superbe come sono nella loro radice, si rivoltano anzitutto contro quelli dell'Umile per eccellenza, Lei, l'umile Ancella del Signore …alla quale Dio ha assegnato il trionfo: alla fine il mio Cuore Immacolato trionferà. Questa deve essere la nostra grande speranza in mezzo alla tristezza di questi tempi. A quale tristezza io mi rivolgo? Voi lo sapete, il modernismo. … Il modernismo … è la radicale protestantizzazione della Chiesa, un tentativo di sovversione dal di dentro… Il modernismo, la piaga dei nostri tempi, è un tentativo di protestantizzare la Chiesa dal di dentro. Questo è terribile" (p. 65).
Nella lunga ed appassionata omelia della festa della Santissima Trinità (pp. 69-82), padre Týn presenta la devozione e consacrazione alla Madonna nello spirito di san Luigi di Montfort, santo dei tempi difficili, quando dilagarono il razionalismo, quindi il laicismo e la rivoluzione francese, che perdurano nella cosiddetta "sensibilità moderna", anticristiana e paganeggiante, come antidoto all'aridità protestantizzante e giansenista disinteressata al mistero di Dio Trino che si comunica a noi nella grazia e come segno dello spirito cattolico devoto sempre alla Madre di Cristo Dio.
Nell'omelia del 1° luglio dell'anno mariano 1987-88, padre Týn, parlando del Cuore Immacolato di Maria ne mette in risalto la verginità della fede e la pienezza della carità, confutando l'eresia di Wyclif e Hus e degli "pseudoecumenici ad oltranza" sulla Chiesa futura, dei santi-predestinati, e ricordando che "il Papa antimodernista per eccellenza, san Pio X, ‘fulminò' quella eresia la quale dice che ci può essere carità senza fede. … Ci può essere purtroppo la fede senza la carità, ma non ci può essere la carità senza la fede" (p. 85). Parole attualissime oggi all'indirizzo di molti "ecumenisti". Parlando il 22 agosto, festa del Sacro Cuore di Maria, del concepimento del Verbo nella fede da parte di Maria, l'oratore ritorna sull'argomento del modernismo, di cui "l'errore più pernicioso, al di là dell'agnosticismo e dell'immanentismo, è quello delle storicismo, cioè dello sviluppo degli uomini", ribadendo con san Tommaso d'Aquino che " … la mentalità antimetafisica è una mentalità di stoltezza…, la quale, mentre la saggezza sottomette le cose infime a quelle supreme, la stoltezza fa il contrario, cerca di ridurre ciò che è superiore a ciò che è inferiore…" (p. 92), ed aggiunge che "solo nell'uomo cala l'eterno già nel tempo... Per l'uomo i genitori spiritualmente rimangono sempre un punto di riferimento. Vedete perché il matrimonio deve essere indissolubile: non è solo un capriccio dei preti, è qualcosa che è radicato profondamente nella legge naturale di Dio, nella natura spirituale dell'uomo" (p. 93). Pertanto la maternità di Maria, il legame tra la Madre ed il Figlio, dura per tutta la vita, Maria precede Cristo, e consacrarsi a Lei significa prevenire la diffusione degli errori e neutralizzare il fumo del demonio, entrato, stando alle parole di Paolo VI, anche nella Chiesa, con lo spirito di autodemolizione (p. 94).
Spiegando come nel nome Santissimo di Maria (festa del 12 settembre) è stata salvata l'Europa, denuncia il nominalismo che ritiene le parole prive di significato, quindi di riferimento all'essere dato da Dio, contro ogni darwinismo ed esistenzialismo autocreativo; la metafisica si esprime anche al livello sociale, con la difesa della Chiesa come istituzione, come ha fatto il Sillabo di Pio IX, contro ogni pacifismo, con la difesa della società cristiana contro l'apostasia scristianizzante (penetrata nella Chiesa stessa in cui "non si vede più con chiarezza che cosa pensa, che cosa non pensa"), con la difesa della fede in Dio Uno ed insieme Trino (che quindi non abbiamo "in comune") e dell'Incarnazione e della croce di Cristo contro il primitivismo dell'islam che è una falsa religione fideista e materialista (pp. 95-101).
Nella festa della santa Maria della Mercede (24 settembre), ossia della liberazione degli schiavi, padre Týn si diffonde sul peccato, "l'unica vera schiavitù, sorgente di altre schiavitù" (p. 105), sostenendo che "c'è una specie di affinità partecipata tra la superbia e i peccati carnali" (p. 106).
Interpretando il Vangelo del miracolo di Cana (pp. 111-121), padre Týn rileva come Maria Santissima, Donna per eccellenza, vera Madre di Gesù e nostra, segnalandosi per la squisita carità, piena di pietà e misericordia, presenta a Gesù semplicemente una necessità, affidandosi alla Sua sapienza e potenza divina, accelerando i tempi della Sua manifestazione. Spiegando il santo rosario della Beata Vergine Maria, vanto dell'Ordine domenicano, afferma che "il santo Rosario è una preghiera eminentemente teocentrica, è la preghiera per eccellenza" (p. 123), perché la mediazione di Maria, la devozione verso la quale non è un'opzione facoltativa (p. 126), sconfiggendo tutte le eresie, in quanto ha dato la natura umana al Verbo, fa elevare la mente a Dio; rifiutando il santo rosario a favore di una "creatività" liturgica umana, atto di superbia che si annoia e vuole divertirsi (come vi tendono specialmente ai giovani, vedi p. 127 s.), si rifiuta l'unica via che Dio ha tracciato per poter raggiungerlo: "tramite Maria si accede a Cristo, ma tramite l'umanità di Cristo si accede al Verbo e tramite il Verbo al Padre" (p. 129, cfr. Gv 17,3 cit. implic. a p. 123).
Nella festa del Rosario il 7 ottobre 1989 padre Týn si rifà di nuovo al principio fondamentale dell'Ordine domenicano, contemplata aliis tradere, per la salvezza delle anime (p. 131, cfr. p. 124: salus animarum per doctrinam et praedicationem), spiegando che la preghiera del rosario è una preghiera contemplativa, e "la meditazione sapienziale dei misteri non è una ricerca di novità", come lo è nella ribellione modernista, sintesi di tutte le eresie, un "diletto mondano" che rifiuta la sana tradizione come "cibo nauseante" (cfr. Nm 21,5), ma sintesi, nella sua semplicità, di tutti i misteri salvifici, "cose antiche, che, alla luce di Dio, sono sempre nuove" (p. 134).
Parlando del "messaggio di Fatima", che riguarda i nostri tempi, quando il Signore ha voluto mettere a dura prova la Sua Chiesa, perché Satana la vagliasse come si vaglia il grano (cfr. Lc 22,31), padre Týn attesta: "È al comunismo che io debbo la mia vocazione religiosa" (p. 137), perché "nei paesi dell'Est, in quelle grandi prigioni di popoli uccisi, io ho imparato veramente [a conoscere] la malizia del demonio ed il salutare timore dell'inferno, perché il demonio non avrebbe nessun successo, e non potrebbe fare strage di anime se non si travestisse da angelo di luce (cfr. 2Cor 11,14)", avvertendo i credenti di non essere ingenui, cadendo nei tranelli della logica e della tattica del maligno, omicida fin dall'inizio (Gv 8,44), che ha costruito una specie di inferno sulla terra (padre Týn lo documenta parlando degli inganni di Gorbaciov, del lavaggio dei cervelli in Cecoslovacchia, delle sciagure nel Vietnam), diventando pacifisti e chiudendo gli occhi davanti alla malizia del comunismo (che, secondo Pio XI, nel liberalismo ha una comune radice); pertanto la Madonna, la catechista celeste, non ha esitato a mostrare ai bambini di Fatima l'inferno, perché dinanzi al mysterium iniquitatis (2Ts 2,7) ci fidassimo di Dio e non di noi stessi (pp. 140-143).
Concludono il volume due omelie: in quella della Presentazione di Maria al Tempio, festa antichissima: padre Týn, sostenendo l'esistenza di un voto di verginità nella Madonna, esempio per i consacrati (citando san Tommaso d'Aquino che insiste sulla definitività dei voti religiosi), ricorda a tutti i fedeli la vocazione alla santità, che consiste nella carità riassunta nei tre consigli evangelici, aggiungendo che il femminismo segue un progetto massonico, anzi, diabolico, della corruzione della donna come avvenne nel paradiso (pp. 145-151).
In quella della festa dell'Immacolata Concezione del 1986, avvertendo che i bestemmiatori scambiano la verità dell'Immacolata Concezione della Madonna con quella della sua verginità (p. 154), espone che cosa significhi la grazia e la sua pienezza in Maria, vincitrice del peccato e della morte (pp. 156-159).
Dopo queste veloci sommarie segnalazioni, un rilievo marginale: ci sarebbero alcune correzioni da apportare alla grafia di alcuni nomi o certi termini (per esempio mysterium a p. 143), ma soprattutto a certe espressioni teologicamente inesatte, dovute probabilmente al metodo di appunti presi dal vivo (cfr. p. 14), per esempio "perdonata da Dio" a p. 58, "liberata" invece di "preservata" dalla macchia del peccato, a p. 155.
Da raccomandare la lettura e la diffusione del prezioso attualissimo volume.
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Inserito il 30 aprile 2005
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