Messe latine antiche nelle Venezie
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Rito tridentino a San Rocco
"Il celebrante va cambiato"

CONTESTAZIONI. Gli aderenti al Coordinamento la Voce chiedono l'intervento del vescovo
"Mons. Tamiozzo non rispetta il rito". La Curia: "Abbiamo massima fiducia nel sacerdote"

 

Questa volta non scelgono la via della diplomazia, fatta di lettere, incontri, suggerimenti, richieste. I componenti il Coordinamento una "Voce delle Venezie" legati alla celebrazione della messa latina con il rito pre-conciliare, dopo il via libera del cosiddetto Motu Proprio "Summorum Pontificum" voluta da Papa Benedetto XVI e, officiata per la prima volta a Vicenza nella chiesa di S. Rocco lo scorso 12 ottobre, chiedono che il celebrante venga rimosso.

Secondo Massimo Bisson, Lorenzo Magnabosco e Nicola Cavedini "il sacerdote recita il canone e la consacrazione ad alta voce, vietata invece nel rito antico. Le feste vengono celebrate secondo il calendario liturgico nuovo, anziché seguendo le feste del messale tridentino. Inoltre, il celebrante non rispetta i periodi penitenziali della Chiesa indossando paramenti verdi, anziché viola...".

La querelle con don Giandomenico Tamiozzo, indicato dal vescovo Nosiglia per le celebrazioni in latino a S. Rocco va avanti da tempo. Se finora gli appunti, le annotazioni e le critiche sono state messe nero su bianco in alcune lettere che il Coordinamento ha inviato al vescovo, le risposte sono sempre state le stesse : "Rivolgetevi al celebrante in un clima di fattiva collaborazione".

Ora i componenti del coordinamento alzano i toni della polemica descrivendo la messa che si celebra a S. Rocco come "tamozziana" ed escludendola quindi a qualunque rito che si avvicini a quello tridentino.

"L'ultima lettera che abbiamo inviato a mons. Nosiglia - ricorda Magnabosco - porta la data del 21 gennaio: da allora non abbiamo ricevuto alcuna risposta. A questo punto abbiamo allertato la Pontificia commissione "Ecclesia Dei" poiché ci appare chiaro che don Tamiozzo si ostina a celebrare come gli pare, quindi è necessario che il vescovo Nosiglia si affidi ad un altro sacerdote che rispetti e riconosca l'antico rito. Anche perché se continuasse a celebrare don Tamiozzo la funzione a S. Rocco sarebbe destinata a spegnersi e noi non vogliamo essere responsabili di tutto ciò. Anzi, abbiamo vigilato affinché la messa si svolgesse secondo il messale, ma non è avvenuto".

Al riguardo - spiega l'addetto stampa della Curia, don Tarcisio Cesarato - il vescovo si è già espresso più volte dando la massima fiducia al celebrante. Finirà così? Il Coordinamento promette una battaglia. Religiosa, ma pur sempre una battaglia. C.R.

 

da "Il Giornale di Vicenza", 3 aprile 2009

 

 

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Inserito il 3 aprile 2009

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