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Venezia -
San Marco
di Silvio Tramontin
Nell’ “excursus” storico che l’autore della “translatio”
premette al suo racconto, riecheggiando un giudizio di Paolo Diacono (Hist. Lang. III, 16) sul regno
di Autari e aggiungendovi un apprezzamento di
indole religiosa, chiama i Veneti “gens omni
nobilitate perspicua, catholicae fidei cultrix, divinis praeceptis libenter intenta,
in cuius terra non sunt
furta, non latrocinia, nemo iniuste aliquem angarizat, sed ea patrantur
quae Deo sunt placita”. Forse questo
era per lui una premessa che doveva giustificare il possesso del corpo
marciano da parte di Venezia e l’intreccio delle due entità.
Poco tempo dopo san Pier Damiani nei suoi discorsi in onore del santo
scriveva: “San Marco fu trasportato per divino consiglio da Alessandria a
Venezia (e quasi a portare un nuovo contributo alla realtà del fatto
osserva come nessuno dei corpi degli evangelisti fosse rimasto nel luogo
ove aveva avuto sepoltura) e così colui che un tempo, pari a stella
fulgente aveva illuminato l’Oriente, ora irradia la sua luce sulle spiagge
dell’occidente. Nell’Egitto fu l’aurora, a Venezia il tramonto” e ancora:
“Felice sì la chiesa alessandrina che fu imporporata del sangue di questo invitto
campione di Cristo, ma più felice e più beata tu, o Venezia, che egli
scelse per affidarti il prezioso depositodel suo
corpo. Molto invero copia di ricchezze confluì in te da diverse parti del
mondo, ma questa gemma celeste posta nel tuo grembo ti innalza immensamente
in dignità... “.
E il vescovo di Castello consegna al doge Pietro Orseolo II (991-1009) che parte per la spedizione in
Dalmazia, il “victrix vexillum”,
“vexillum triumphale”
che è quello di san Marco, mentre il patriarca gradense
(e ci pare importante osservarlo) gli dà quello di sant’Ermagora.
Così dai secoli XI-XII l’evangelista ha un posto sempre più importante
nelle cerimonie dell’investitura dogale. La consegna del vessillo marciano
diventa “signum investitionis
et victoriae”, si invoca
sul doge la protezione del santo “Sancte Marce tu
illum adiuva”. Il culto
di san Marco e l’onore prestato all’evangelista è in stretta connessione
con l’ascesa politica del ducato. Si sono in ciò distinti tre momenti: il
primo chiuso dal sinodo mantovano coinciderebbe con i primi sintomi di
indipendenza, il secondo inizierebbe, con la “translatio”,
l’ascesa, il terzo culminerebbe con l’ “apparitio”
che il Peyer chiama addirittura “miracolo
statale”. Ci pare che sarebbe forse più esatto parlare di principio di
culmine in quest’ultimo caso. È infatti soprattutto da quel secolo XI che
Venezia e san Marco sono sempre più legati tra loro nella realtà effettiva
della storia.
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E non solo in quella ufficiale ma anche in quella molto più umile
ma non meno significativa della vita popolare. La “leggenda del pescatore”
secondo la quale durante la grande inondazione del 1340 l’evangelista gli
sarebbe apparso invitandolo a metter in salvo i corpi di san Giorgio e di
san Nicolò (che erano considerati tra i più preziosi tesori religiosi della
Serenissima) e consegnandogli un anello, ci sembra maturata in questo clima
e così pure la leggenda e la tradizione del “bocolo”.
E non solo in patria ma dovunque c’è un veneziano. La chiesa di san
Marco nelle colonie mercantili d’Oriente diventa centro di venezianità: il cappellano esercita un’azione notarile,
commerciale e civile. E accanto all’evangelista in suo simbolo: il leone.
Sulla ghiera dell’arco dell’altar maggiore della basilica marciana si
leggono queste parole
ITALIAM LIBIAM VENETOS
SICUT LEO MARCE,
DOCTRINA TUMULO REQUIE
FREMITUQUE TUERIS
(O Marco tu proteggi come un leone con la tua dottrina, con la tua
tomba, con il tuo riposo e con il tuo ruggito l’Italia, l’Africa, la
Serenissima).
Bandiere e monete veneziane si fregeranno del simbolo marciano, sia
con il libro aperto, sia nella sua rappresentazione caratteristica di “leon moleca”, come
argutamente lo chiameranno i suoi protetti e la prima figurazione del quale
si può scorgere nei pennacchi della cupola del presbiterio.
da
S. TRAMONTIN, San Marco, in Culto dei Santi a Venezia,
“Biblioteca Agiografica Veneziana 2”, Venezia, Studium
Cattolico Veneziano, 1965, pp. 62-63.
LINK UTILI
Venezia - San Marco, di Silvio Tramontin
Venezia, 25 giugno 2011. Messa per l’Apparizione di san
Marco
Venezia, chiesa di S.
Salvador, 25 giugno 2009. Il Collegio Liturgico di Una Voce Venezia
festeggia l’Apparizione di san Marco
San Marco. La “translatio” a Venezia, di Silvio Tramontin
Venezia, 25 giugno 2008. Festa dell’Apparizione di san
Marco
Messa per san Marco del Collegio Liturgico
dell’Apparizione al Santuario di Cordovado
L’ “inventio” di san Marco. Una pagina di Silvio Tramontin che racconta il glorioso miracolo
del 25 giugno 1094
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