Messe latine antiche nelle Venezie 
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In attesa degli eventi

Mons. Fellay, superiore generale della Fraternità San Pio X, nell'omelia tenuta domenica 14 maggio a Saint Nicolas du Chardonnet a Parigi, per la festa di santa Giovanna d'Arco, ha fatto il punto sulla questione della messa latina antica e del prospettato accordo tra Fraternità e Santa Sede. Il testo è pubblicato in Le Forum Catholique, ne riportiamo, in una nostra traduzione, la prima parte, direttamente afferente alla questione. Il senso dell'analisi è abbastanza chiaro, le questioni affrontate di sicuro interesse, ne lasciamo il contenuto alla valutazione dei lettori. Possiamo dire che, come da tempo si era capito, la penuria di informazioni su quanto farà il Santo Padre, e quando, ci porta a restare in attesa degli eventi.

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IL 14 MAGGIO 2006 FESTA DI SANTA GIOVANNA D'ARCO

Omelia di mons. Fellay
a Saint Nicolas du Chardonnet

Il punto sui rapporti tra la Fraternità e Roma

 

Vorremmo denunciare, anzitutto, che si sta sviluppando una certa inquietudine, un atteggiamento dell'anima che, ci sembra, è favorito da un contatto troppo assiduo con Internet. Ciò provoca una curiosità eccessiva, che corre dietro alle voci, si emoziona… in tal modo, si arriva a una estrema superficialità, e se ne traggono conseguenze "definitive" che... cambiano il giorno dopo. Ci sono rumori di qua, di là, vicino... È una situazione che fa pensare a nostro Signore e a san Paolo: "il Cristo è qui, il Cristo è là, è la fine dei tempi...". "Non andate!" Falsi rumori, false voci, false profezie, falsi annunci. Non c'è niente di vero. La nostra vita cristiana non deve svolgersi a questo livello.

Da un anno, dall'arrivo di Benedetto XVI, si vede in modo netto, sebbene poco efficace, una certa linea a favore della Tradizione, una domanda di ritorno a uno spirito conservatore. In questo movimento, si vedono un certo numero di punti che ci riguardano: la questione dell'antica messa, la questione dei movimenti che sono sotto l'autorità della Commissione Ecclesia Dei, questioni confuse che, per volontà di Roma, iniziano a distinguersi le une delle altre. Vediamo due di queste questioni.

 

1. La messa.

Chiediamo la libertà pura e semplice, chiediamo il diritto che esiste e che non è stato mai distrutto, per questo rito sacrosanto, di essere celebrato dai sacerdoti, ma che, dall'instaurazione della nuova messa, è oggetto di una gravissima ingiustizia. Sulla questione della messa, per ciò che possiamo saperne (verificando le nostre fonti), si può dire che Benedetto XVI ha preso la decisione di fare qualcosa. Tuttavia, questa decisione è già trattenuta da un'altra "linea", vale a dire che egli non agirà prima di avere trovato l'appoggio di un certo numero di cardinali. Questo significa che questo appoggio non c'è.

Un membro della Curia ci ha detto: "Quello che è in preparazione non dipende dalla Commissione per la liturgia, ma solamente dal Papa". La questione è sapere quando e che cosa. Libertà totale? Libertà sotto sorveglianza? Non ne sappiamo nulla. L'attuale governo opera con molta discrezione, nel segreto, e dobbiamo attendere che le cose avvengano per vederle. Ma la liberalizzazione della messa probabilmente quella che potrebbe realizzarsi per prima. Nell'ordine delle probabilità, dovrebbe arrivare in un secondo momento:

 

2. Il ritiro del decreto di scomunica.

Non abbiamo alcuna novità dal 15 novembre, data nella quale ci era stato chiesto di scrivere una lettera per domandare che queste scomuniche siano tolte. Sembra (non più di questo) che a Roma ci si stia lavorando. Su tutte queste questioni che ci toccano, su un ritorno verso posizioni conservatrici, si constata una forte opposizione da parte di molti cardinali e vescovi. Che cosa riuscirà a fare il Papa? È sicuro che egli evita le rotture, i contrasti, cerca di governare con il consenso, arretra e rinvia appena sente un'opposizione troppo forte, e i progressisti lo sanno bene.

Per quanto riguarda l'intenzione di liberare gli "ecclesiadeisti" dal giogo dei vescovi, si sa dalla voce del cardinal Ricard che il Papa ne ha parlato. Ma viste le reazioni dei vescovi di Francia e del cardinal Ricard stesso, si può pensare che la decisione non sia per domani.

Per quanto riguarda noi, è ancora più lontana, molto più lontana. Tuttavia questa situazione non è ferma, si sviluppa lentamente, senza rumore, senza grande fracasso nonostante gli scoop dei giornali. A voi, cari fedeli, di non lasciarvi influenzare in un senso o nell'altro, perché ciò rischierebbe di ingenerare in voi illusioni che si trasformerebbero in disillusioni. Seguiamo, piuttosto, quanto ci fa vedere Dio e la Chiesa con santa Giovanna d'Arco.

 

da "La Forum Catholique", 14 maggio 2006, trad. nostra
www.leforumcatholique.org

 

 

 

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Inserito il 15 maggio 2006

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