Messe latine antiche nelle
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Sabato 4 giugno 2011 per la Madonna di San Luca
Bologna, la messa tridentina ritorna
alla Cattedrale di S. Pietro
Il 4 giugno 2011, in occasione della presenza della gloriosa venerata Immagine della Madonna di San Luca nel periodo della sua festa, nella cattedrale di Bologna è stata cantata una messa votiva in rito tridentino all'altare principale.
La funzione, dovuta all'iniziativa di un gruppo di canonici della Cattedrale di S. Pietro, ha avuto luogo alle ore 12 alla presenza di alcune centinaia di fedeli e devoti ed è stata accompagnata dai canti eseguiti dal coro del Cenacolo della Ss.ma Trinità di Rimini e dalle Francescane dell'Immacolata di Comacchio.
Senza meno segna un evento storico il ritorno della messa in questa Cattedrale così importante nei tempi antichi e soprattutto recenti, segnati dal ruolo di Bologna nella storia della Chiesa in Italia specie dopo il Concilio Vaticano II.
È anche da ricordare che fu la cattedrale del cardinale Lambertini - poi papa col nome di Benedetto -, uomo grande e sommo conoscitore della messa romana: i segni di lui sono evidenti nell'intero edificio, il suo retaggio doveva sentirsi aleggiare nell'aula durante la sacra funzione, tra l'altro perché oggi come ieri dalle sue opere liturgiche si può imparare che cos'è la messa e come si celebra.
Abbiamo visto con soddisfazione come al canto del Vangelo è stata applicata l'Istruzione Universae Ecclesiae che non consente le lettura solo in lingua corrente alle messe in canto (n. 26): infatti è stato prima cantato all'altare come prevede la Rubrica e dopo letto in italiano. Anche se ci sarebbe aspettati che la lettura in italiano avvenisse all'ambone prima dell'omelia invece che all'altare prima di baciare il libro.
Molte persone sono rimaste perplesse della scelta di celebrare questa messa sull'altare costruito negli ultimi anni al centro del presbiterio libero nello spazio a guisa di altare basilicale per celebrare verso la porta della chiesa, ma usandolo dalla parte opposta volgendosi verso l'abside orientato. In effetti sembra non esservi stato il coraggio di scegliere coerentemente una delle due soluzioni plausibili: l'una di usare il nuovo altare per lo scopo per cui è stato costruito, vale a dire verso il popolo, ovviamente con tutto l'apparato prescritto dalla forma straordinaria; l'altra di usare il preesistente altare maggiore rimasto intatto e che recava tovaglie, candelieri con le candele accese, il Santissimo e soprattutto con sopra la Madonna di San Luca. La seconda sarebbe stata la soluzione più propria - tra l'altro l'altar maggiore essendo sopraelevato è più comodamente visibile - e adeguata alle vecchie rubriche che non possono essere derogate dalle disposizioni liturgiche emanate dal 1962 in poi (Universae Ecclesiae n. 28).
Ma resta il fatto che la messa tridentina è ritornata, e molti si augurano che sia solo l'inizio, mentre muta testimone della sacra funzione nella navata destra del tempio era l'epigrafe sulla tomba del card. Giacomo Lercaro, considerato uno dei maggiori attuatori della riforma liturgica postconciliare.
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Inserito il 5 giugno 2011
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