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Bricolo: "Ma i cattolici stanno dalla nostra parte"

 

"Provo un grande dispiacere nel vedere un giornale diocesano che attacca chi va a Messa". Federico Bricolo non si altera di fronte alle dure critiche del settimanale della diocesi di Vittorio Veneto. Non si scompone e sfoggia una calma british più che padana. Trentasei anni, veronese, vicepresidente del gruppo leghista alla Camera, Bricolo è considerato uno degli astri nascenti del Carroccio. Lo si è visto in prima fila alla Messa in rito antico celebrata dal cardinale Castrillon a Roma il 24 maggio scorso ed è facile incontrarlo a Santa Toscana, la chiesa di Verona dove viene celebrata la Messa in latino con il rito preconciliare. Buoni contatti in curia a Roma, è considerato l'esponente leghista più attivo nel promuovere la tradizione cattolica.

Onorevole Bricolo, il settimanale della diocesi di Vittorio Veneto ha usato parole durissime verso voi leghisti cosiddetti "tradizionalisti".

"È perlomeno strano vedere un settimanale diocesano rammaricarsi che ci siano persone che tornano ad andare a Messa. Così come stupisce che un giornale cattolico come l'Azione attacchi la tradizione della Chiesa. È la dimostrazione che le nostre critiche hanno colpito un nervo scoperto della gerarchia cattolica progressista. Con le sue azioni la Lega ha evidenziato una cosa semplicissima e che sta sotto gli occhi di tutti: la crisi devastante e tragica che attraversa la Chiesa postconciliare".

Non riuscite proprio a digerirlo, questo Concilio Vaticano II?

"Dopo il Concilio una larga parte della Chiesa si è voluta adeguare alle tesi progressiste e ai tempi moderni. Assorbendo alcune idee illuministiche che portano al relativismo religioso".

Non è un po' catastrofica questa interpretazione?

"Si guardi attorno: preti che si vergognano di vestirsi da prete, riti ecumenici, sacerdoti che vanno a fare le omelie in occasione del "ramadam", tentazioni sincretistiche, preti che si vergognano del loro passato. Insomma, la Chiesa non indica più un strada chiara e ha rinunciato a insegnare alcunché. Non serve certo un teologo per accorgersi di quanta confusione ci sia sotto il cielo".

Ma la politica che cosa c'entra in tutto questo?

"C'entra eccome. Il paradosso è che moltissime parrocchie e molti vescovi fanno campagna per il centrosinistra, appoggiando così lo schieramento meno sintonizzato con i valori cattolici. D'altro canto la Lega propone una scelta diversa e opposta, quella della difesa della tradizione e dell'identità. E l'identità di cui parliamo è quella cristiana, naturalmente".

Anche la vostra posizione verso gli immigrati rientra in questa visione?

"Certo, soprattutto. La legge Bossi-Fini parte da un principio caritatevole: l'Italia dà accoglienza a chi ha un lavoro, uno stipendio. Associazioni come la Caritas pensano solo a incrementare gli arrivi di stranieri senza domandarsi o preoccuparsi se sono in grado di offrire benessere a questi disperati. Questa, secondo me, non è carità. Integrarli nel nostro Paese o aiutarli a casa loro è invece carità. Nel mondo ci sono centinaia di milioni di persone che vivono in condizioni di povertà. Non li aiutiamo certo facendoli vivere miseramente nel nostro Paese aprendo le porte in maniera indiscriminata, ma offrendo loro aiuti concreti nei Paesi d'origine".

Vi accusano di attaccare la Chiesa, soprattutto dopo l'intervento di Alessandro Cè alla Camera.

"Falso. Noi non accusiamo certo la Chiesa, ma le posizioni di una larga parte della gerarchia cattolica conciliare, quella che appoggia le posizioni del centrosinistra. Cosa ben diversa dalla Chiesa. E poi in Parlamento la Lega è il partito che più di tutti promuove i valori e la dottrina cattolica. Pensi alla legge sulla tutela degli embrioni e sulla procreazione assistita, che ha messo fine al Far West, pensi alle nostre proposte a sostegno della famiglia tradizionale, i finanziamenti agli asili nido, gli assegni ai nuovi figli. Chi è contro la Chiesa? Noi o il centrosinistra?"

Il settimanale della diocesi di Vittorio Veneto vi accusa anche di appoggiarvi alla Fraternità San Pio X, quella fondata da Lefebvre, definita una "setta" nell'articolo.

"È buffo: questo tipo di clero promuove l'ecumenismo, l'accordo con tutti, poi invece attacca la Fraternità, composta da veri sacerdoti cattolici. Insomma un ecumenismo a senso unico. Inoltre l'estensore dell'articolo dovrebbe spiegare perché sia una setta. Per finire, il Vaticano sta costruendo un dialogo con la Fraternità San Pio X. È una questione molto complessa che non può essere liquidata con disprezzo".

Molti appuntamenti leghisti ormai sono aperti da una Messa in rito antico. Ma come ha reagito la base leghista al latino? Non si è spaventato nessuno?

"No, anzi. Vedo che soprattutto sono i giovani a restare incantati di fronte alla bellezza della Messa antica e della tradizione".

Non c'è il rischio di strumentalizzare in chiave politica la tradizione cattolica?

"Lo ripeto, noi difendiamo tradizione e identità. A strumentalizzare ci pensa qualcun altro".

Alessandro Zangrando

 

da "Corriere del Veneto", 4 luglio 2003

 

 

 

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Inserito il 7 luglio 2003

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