Messe latine antiche nelle
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La "Gazzetta di Mantova" dell'8 luglio ha pubblicato la replica di Mansueto Bassi, il promotore della petizione per la messa a Mantova, a un'intervista con mons. Brunelli, "storico" della diocesi, uscita sempre sulla Gazzetta del 24 giugno 2003. Questa risposta valga per tutti quegli ecclesiastici che tirano sempre fuori la messa nuova in latino per proporla ai cristiani che chiedono la messa latina antica. È evidente che la proposta non c'entra niente con la petizione, perché si tratta di cose diverse. E poi, c'è davvero l'intenzione di celebrarla, la messa latina (o semilatina) col messale del 1970 - si pensi che S. Barbara a Mantova è in restauro che finirà, se tutto va bene, fra tre anni -, oppure è una di quelle cose che si dice per vedere se qualcuno ci crede? Vedremo se mons. Brunelli ascolterà l'invito di celebrarla lui questa messa, se davvero tanto la ritiene importante, sentiremo che cosa dirà sull'indulto di Giovanni Paolo II, se qualcosa dirà...
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Rassegna stampa
LE LETTERE
Petizione per la messa in latino
Una replica a monsignor Brunelli
L'intervista con mons. Roberto Brunelli a proposito della petizione di più di 1000 mantovani al vescovo per la messa latina antica dà adito a numerose perplessità.
I cristiani che hanno sottoscritto la petizione a mons. Caporello hanno firmato un testo scritto ove è espressa chiaramente e univocamente la loro richiesta di "poter partecipare in diocesi alla santa messa celebrata secondo l'antico rito romano, con il Missale Romanum ed. typica 1962". La richiesta, inoltre, è espressa in modo consapevole con riferimento a quanto stabilito da Giovanni Paolo II, cui i sottoscrittori hanno dichiarato formalmente di aderire secondo le intenzioni del Santo Padre. Di fronte a questi dati inoppugnabili, affermare come fa mons. Brunelli che "quei signori che hanno firmato la petizione... non sanno che anche la messa moderna può essere celebrata in latino", "chi chiede la messa in latino pensa che quella regolata da San Pio V sia l'originaria", "le persone che hanno firmato intendevano valorizzare il latino più che un particolare rito della messa", "gli andrebbe benissimo anche la messa attuale" e via di questo passo, significa non rispettare la realtà dei fatti. La realtà è che 1000 cristiani di Mantova hanno chiesto la messa col messale del 1962 riveduto dal beato Giovanni XXIII (non è proprio quello del Cinquecento). La realtà è quella che è, anche se non piace: mons. Brunelli sa bene, anzi dovrebbe essere proprio lui, come storico, a insegnarcelo, che non basta dire le cose per farle diventare reali, ma bisogna dimostrarle con prove valide. In ogni caso, ci sembra che per chi scrive queste cose il carattere intelligente e libero della coscienza cattolica quasi non esista: forse che quella concezione, legata a un certo tipo di "clericalismo", secondo cui il fedele laico è ignorante e tale deve restare, e tutto quello che deve fare (per esempio anche come votare) glielo dice il prete, non fa parte solo della storia della diocesi?Ci sembra anche che, purtroppo, mons. Brunelli esprima un rifiuto di principio verso la possibilità di celebrare la messa secondo l'antico rito: certamente una tale opinione non può essere proposta come vincolante, perché questa possibilità c'è, ed è praticata, per volontà di Giovanni Paolo II e secondo la legge della Chiesa. Mons. Brunelli dovrebbe avere il coraggio di dichiarare espressamente se secondo lui il Papa sbaglia o no a dare questa possibilità, e noi ci onoriamo di sfidarlo a prendere pubblica posizione su questo punto sulla Gazzetta.
La messa moderna, vale a dire secondo il messale riformato di papa Paolo VI nel 1970, in latino - a parte ogni considerazione - non è quello che i firmatari della petizione hanno chiesto, quindi non c'entra niente con la petizione stessa. C'è, però, una considerazione rilevante da fare a proposito della proposta di mons. Brunelli di una presunta messa latina moderna nella basilica di S. Barbara. In base al n. 12 delle Precisazioni sulla celebrazione Eucaristica inclusa dalla Cei nel nuovo messale in seconda edizione italiana (pp. xlix-li), tuttora in vigore, in Italia nelle messe celebrate con il popolo si usa la lingua italiana, in determinate chiese frequentate da fedeli di diversa nazionalità si può usare la lingua latina, ma "avendo cura di proclamare le letture bibliche e formulare la preghiera dei fedeli nelle varie lingue dei partecipanti". Fuori di questo caso, per celebrare in latino la messa nuova la Cei richiede "una vera motivazione vagliata dall'ordinario del luogo". Quindi questa messa moderna latino non è così facile, e soprattutto non può essere integralmente in latino: si tratterebbe di quelle commistioni tra latino e italiano o altre lingue moderne, tra canti gregoriani e pezzi recitati al microfono, che tanto disturbano molte persone. Questo spiega probabilmente perché la messa nuova in latino non si celebra mai, e in pratica non interessa quasi a nessuno.
Ma se questa messa latina bi o plurilingue piace tanto a mons. Brunelli, perché non la celebra lui?
Mansueto Bassi
da Gazzetta di Mantova, 8 luglio 2003
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Inserito il 9 luglio 2003
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