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Rispunta il Protocollo del 1988?

Andrea Tornielli, sul Giornale del 13 luglio 2006, riportato qui sotto, riparla dell'accordo tra Santa Sede e Fraternità San Pio X, affermando che tutto è pronto, ci sarebbero delle precise proposte di Roma, che mons. Fellay dovrebbe solo accettare. Certamente, pare a noi, la riconferma di mons. Fellay come superiore generale consente anche una decisione in tempi brevi, mentre un cambio di dirigenza alla Fraternità avrebbe comportato un rinvio, quanto meno per consentire al nuovo superiore di insediarsi. Se è vero che le proposte sono state inoltrate "già da diverse settimane", cioè prima del capitolo generale fissato per l'inizio di luglio, questo non può non far pensare che la Santa Sede fosse già sicura della continuità, cioè che mons. Fellay sarebbe stato rieletto. Lo stesso mons. Fellay, però, il 22 giugno, dichiarava a Winona, negli USA, di non voler fare nessun compromesso: "Non c'è nulla da compromettere. Non c'è nulla da negoziare; non possiamo negoziare la fede" (www.cfnews.org/WinonaReport.htm). Ciò che sarebbe più interessante è il contenuto delle proposte di accordo, ma quanto viene riferito resta ancora troppo nel vago perché si possa dare una valutazione. Non sembra un elemento positivo il ricorso al Protocollo Ratzinger-Lefebvre del 1988 (www.unavoce-ve.it/prot05-05-88.htm), firmato e poi denunciato da mons. Lefebvre appena prima delle consacrazioni, applicato alcuni mesi dopo come base per la erezione della Fraternità San Pietro, che su quel protocollo si basa. Il protocollo non diede buona prova nella crisi della Fraternità San Pietro del 1999-2000, dimostrando di non poter garantire il rito romano antico come rito proprio della Fraternità, rito unico dei suoi sacerdoti (cfr. L.-M. de Blignières, Actes fondateurs et gestes de communion). Crediamo che questo sia un problema che deve trovare idonea soluzione nell'accordo che si prospetta oggi tra Santa Sede e Fraternità San Pio X, indispensabile per garantire effettivamente che l'apostolato dei suoi sacerdoti continui nello spirito del Fondatore. Inoltre, il ritorno pur parziale del protocollo dà come l'impressione che quasi vent'anni siano trascorsi invano, e la Fraternità sia come chiamata ad accettare oggi quello stesso che non volle accettare allora. Di solito, quando uno fa questo, vuol dire che è cambiato lui...

 

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Lefebvriani, l'accordo è più vicino

Il patto è pronto, ma Fellay non ha ancora deciso

 

da Roma                      

Tutto è pronto per l'accordo tra la Santa Sede e la Fraternità San Pio X fondata dal vescovo "ribelle" Marcel Lefebvre. Il Vaticano ha inoltrato già da diverse settimane delle proposte precise per sancire la pace e il rientro nella piena comunione con Roma dei lefebvriani. Le trattative, iniziate già nel 2000, com'è noto hanno subito un'accelerazione dopo l'elezione di Benedetto XVI, che lo scorso agosto aveva ricevuto a Castelgandolfo il superiore dei tradizionalisti, il vescovo Bernard Fellay. Da Menzingen, dove risiede il capo dei lefebvriani, fino a questo momento non è però giunto l'atteso segnale affermativo.

Proprio due giorni fa lo stesso monsignor Fellay è stato riconfermato alla guida della Fraternità dal capitolo generale, per i prossimi dodici anni. La guidava dal 1994. Come suoi "primo e secondo assistente" sono stati eletti don Niklaus Pfluger e don Marco Nely. Il primo appartiene all'ala più intransigente, mentre il secondo a quella più dialogante. È possibile che nell'ultimo periodo, sapendo che il suo mandato era in scadenza, in attesa di un'eventuale riconferma, Fellay abbia temporeggiato. Ora però in Vaticano attendono dei segnali precisi. I termini dell'accordo proposto prevedono la sottoscrizione dell'accordo teologico già siglato nel 1988 da monsignor Lefebvre e dall'allora cardinale Joseph Ratzinger, la revoca delle scomuniche comminate dalla Santa Sede dopo l'ordinazione illegittima di quattro vescovi compiuta dallo stesso Lefebvre e una struttura canonica simile a quella dell'ordinariato militare, che permetta alla Fraternità San Pio X di conservare i suoi seminari e di incardinare sacerdoti.

Contestualmente all'accordo, la Santa Sede annuncerà una forma di liberalizzazione del messale preconciliare di San Pio V. Provvedimento molto atteso anche dai tradizionalisti in comunione con Roma.

[AnTor]

da "Il Giornale", 13 luglio 2006
www.ilgiornale.it

 

 

 

 

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Inserito il 21 luglio 2006

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