Messe latine antiche nelle
Venezie
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I FRATELLI DI GIUDA ISCARIOTA
Rammentiamo che don Farinella ha fatto una lettera al Papa con raccolta di firme contro la liberalizzazione del rito tridentino, e che parecchi preti e frati la hanno sottoscritta: chissà come saranno le messe celebrate dai farinellisti. Gli abusi liturgici continuano e nessuno fa niente, forse i superiori permettono a don Farinella tutto quello che vuole perché pensano che morirà presto? Tutti devono morire, ma intanto i danni ci sono e anche la figura che ci fa la Chiesa che il parroco Farinella rappresenta. E nel frattempo si può continuare a invocare fratello Giuda Iscariota.
f.m.
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Don Farinella "riforma" la liturgia della Messa per maledire il governo
di Andrea Macco
All'omelia nella parrocchia di San Torpete il "prete rosso" esterna contro i politici e indossa paramenti viola "fuori tempo"
Veste la stella gialla di Davide imposta da Hitler e celebra Messe a favore di immigrati clandestini e contro il Governo: don Paolo Farinella è sempre protagonista non solo per le sue trovate in chiave politico-sociale, ma anche per sue celebrazioni domenicali in San Torpete (parrocchia personale e gentilizia di cui è parroco dal 1995). Non si tratta solo di messe volte "a lasciare spazio alla Parola spiegata secondo l'esegesi giudaica e patristica", come dichiarato da don Paolo. Il segno della Croce e la recita del Padre Nostro sono fatte in aramaico, la preghiera Eucaristica, normalmente recitata dal solo celebrante, è sostituita con un testo dialogico, in cui ogni frase pronunciata dal sacerdote riceve una risposta ad alta voce da parte dei fedeli. Di essa non si trova traccia in alcun messale, e per poterla seguire occorre munirsi dell'apposito plico di fogli distribuito all'entrata, recante il Copyright di "Paolo Farinella, Prete".
Talvolta pure l'atto penitenziale viene sostituito dall'invocazione ai santi, tra cui "fratello Giuda Iscariota". La preghiera dei fedeli diviene occasione per i presenti di esprimere ad alta voce la propria solidarietà all'attività politico-sociale del parroco. C'è chi prega per la redenzione della Chiesa delle gerarchie corrotta e in mano alle sette tipo Comunione e Liberazione, chi per la resistenza del parroco contro il nuovo regime politico. Ogni celebrazione, della durata di circa un'ora e mezza, un'ora e tre quarti, vede inoltre l'inserimento di una seconda omelia, dal sapore più del comizio politico, posta a inizio della celebrazione, quale "giusto e doveroso commento dei fatti di attualità".
Fissato questo nuovo canone liturgico, ogni domenica, poi, ha le sue innovazioni. In quest'ultima, ad esempio, don Farinella ha iniziato il rito indossando una particolare stola viola (anziché verde) con sopra cucita la stella gialla di Davide, la stessa - ha spiegato il parroco - che Hitler aveva fatto cucire sui segni dell'ingiuria ebraica. La scelta del colore liturgico non è qualcosa di arbitrario, ma rimanda ad una simbologia ben precisa. Se il verde è un richiamo alla Speranza e viene usato nelle domeniche di Tempo Ordinario, il Viola è il tipico colore del lutto e della penitenza, indossato in Avvento, Quaresima o durante le Esequie dei defunti. Vestire un paramento fuori dell'ordinario è una scelta che presuppone una valida motivazione, per Farinella è stata quella di dedicare la Messa a tutti i rom e in particolare a tutti gli immigrati clandestini, indossando il viola in segno di protesta contro il Governo. "Se entrassero il Vescovo e il Papa qui ora in questa chiesa - ha solennemente proclamato il don - dovrebbero inginocchiarsi davanti a questo altare e a questa mia stola". Non è mancato il monito ai fedeli: "La chiesa corrotta tace di fronte a ciò che accade agli immigrati e pensa solo a tagliare torte con i capi di Stato. Io non posso tacere, no! La mia chiesa è quella di persone coscienti e chi non la pensa come me se ne esca da questa chiesa!" E sempre in San Torpete don Paolo aveva tenuto, qualche anno fa, una serie di conferenze atte a "diffondere il Vaticano II e il suo eventuale superamento, per camminare sempre con i tempi".
da "Il Giornale", 8 luglio 2008
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Inserito il 16 ottobre 2009
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