Messe latine antiche nelle
Venezie
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A leggere articoli come questo molti si chiedono che cosa è l'informazione, in particolare in Italia. Tuttavia, anche se non riesce a indicare correttamente neanche l'associazione che promuove l'iniziativa di cui sta parlando - UNA VOCE Verona di cui è presidente il prof. Cavedini - il pezzo di Pasqualetto informa sulla sostanza della cosa, invece di tacerne... Le inesattezze e le distorsioni che vi stanno dentro (cui peraltro siamo abituati) sono il sintomo di una realtà tragica, perché riguardano quasi esclusivamente la messa, la preghiera, la religione. Nessuno sa più che cosa sono. E allora diventa stranissimo seguire riti secolari, passato "troppo" remoto i vespri e la messa cantata tutte le mattine, e la preghiera, il rosario è nientemeno che "un gesto anomalo", se non resta rinchiuso nelle chiese, nelle catacombe, forse un giorno nelle galere, senza disturbare nessuno. Benissimo. Ma la religione chi la insegna più?
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Rosario di "protesta" dei preconciliari veronesi per ottenere una parrocchia da monsignor Carraro
Sì al latino, no alla chitarra:
la crociata dei tradizionalisti cattolici
VERONA - Dicono basta alle chitarre in chiesa e le chiamano "orrori". La lingua italiana è bandita, la messa festaiola pure, le signore devono mettere il velo in testa e la minigonna suscita apparentemente una smorfia perché l'idea è quella della purificazione dei costumi. Quanto al sacerdote le regole sono rigorose: spalle ai fedeli e recita solitaria in latino di tutte le preghiere. L'assemblea deve solo rispondere alla fine, come nel caso del Padre nostro: liberaci dal male, tre parole e niente altro. "Sì, nel caso del pater noster è libera nos a malo", aggiusta il professor Cavedini, presidente dei tradizionalisti della Voce di Verona.
Insomma, la celebrazione deve osservare il rito preconciliare, antecedente cioè il Concilio Vaticano II. E questo già lo fanno tutte le domeniche, nella chiesa di Santa Toscana.
Ma ora i cattolici tradizionalisti di Verona vorrebbero di più: "Chiediamo il rito romano antico per tutti i sacramenti, anche la confessione". Non solo. Il sacerdote non può essere un ecclesiastico qualsiasi ma deve avere una formazione di tipo tradizionale che, naturalmente, non contempli "balli, burattini e altri abusi introdottisi nella nuova liturgia". Insomma, l'appuntamento domenicale è troppo poco per vivere fino in fondo la fede cattolica. Sono nostalgici dell'intera tradizione e cercano di riconquistarla. Desiderano la sobrietà liturgica e considerano molto importanti i religiosi silenzi. Per tentare di raggiungerli hanno pensato comunque di usare uno dei sistemi più moderni: un rumoroso comunicato stampa che preannuncia per venerdì 10 dicembre, ore 18,30, "una pubblica recita del Santo Rosario innanzi al Vescovado di Verona da parte dei fedeli tradizionalisti per l'ottenimento di una parrocchia personale di rito antico". Chiedono al Vescovo di Verona, monsignor Flavio Roberto Carraro, "l'istituzione in Santa Toscana o in altra chiesa del centro cittadino di una parrocchia personale di rito antico". E lo chiedono agitando il rosario in piazza, un gesto anomalo per una pratica devozionale che è sempre avvenuta nella penombra delle chiese.
Il loro ideale, "nell'Amor Dei intellectualis", andrebbe anche oltre: rosario una volta al giorno, vesperi, messa tutte le mattine in gregoriano, ritiro spirituale il sabato e la domenica. Ma questo appartiene a un passato troppo remoto e, forse, a battaglie future. Intanto si accontentano di aver impedito gli "schitarramenti allelujatici".
Andrea Pasqualetto
da "Corriere di Verona", 8 dicembre 2004
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