Messe latine antiche nelle
Venezie
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NON SONO MESSE TRIDENTINE
Messe secondo il messale di san Pio V con le letture dal lezionario di Paolo VI?
Sembra che tra le numerose messe latine antiche che si sono cominciate a celebrare in vari luoghi d'Italia dopo l'entrata in vigore del Motu proprio Summorum Pontificum la scorsa estate, ve ne sia più d'una in cui al formulario del messale di san Pio V vengano commiste, sostituendole a quelle del messale stesso, le letture prese dal nuovo lezionario di Paolo VI, pronunciate direttamente ed esclusivamente in italiano.
Si tratta di un grave abuso che non può avere alcuna giustificazione. Una simile messa non è una messa tridentina, e la sua celebrazione non può ritenersi in nessun caso una applicazione del motu proprio. In ogni caso, a parte le considerazioni formali, l'ibrido che ne risulta non ha nessun carattere di positività né può essere visto come uno sviluppo o una riforma auspicabile. Infatti le letture del nuovo lezionario non si adattano alla messa antica, sono state scelte - come ha mostrato già da molti anni mons. Gamber - con criteri del tutto incompatibili con quelli che presiedevano alla scelta delle perifrasi nella liturgia romana tradizionale. Si tratta i criteri impropri e ispirati allo spirito del culto protestante che vede nelle letture solo un ammaestraemento dell'assemblea e non un carattere propriamente liturgico. Per questo il nuovo lezionario è criticabile nell'ambito della stessa nuova messa in cui è inserito, e forma certamente l'aspetto meno riuscito della riforma liturgica per quanto attiene la messa, tanto che è sperabile che sia opportunamente modificato in una attesa "riforma della riforma". È chiaro che davanti a questa realtà è privo di senso presentare una messa antica con l'introduzione del nuovo lezionario.
L'idea di celebrare la messa antica con una simile commistione non è nuova, e ricordiamo come sia stata già proposta da celebranti nell'applicazione dell'indulto di Giovanni Paolo II, anche perché - a loro dire - avrebbe reso più facile ottenere l'indulto. Essa deriva essenzialmente dal fatto che non si vuole la messa tridentina, perché questa messa non s'ha da fare. Equivale né più né meno al rifiuto di applicare la volontà del Papa. Che sia posta come condizione per consentire la messa antica è una inaccettabile imposizione.
Se vi fosse un vescovo che, dopo avere negato ai fedeli il loro diritto all'applicazione del Summorum Pontificum perché non vuole la messa tridentina nella sua diocesi, ha ricevuto dalla Commissione Ecclesia Dei l'indicazione di concedere, con questa commistione del nuovo lezionario avrebbe trovato, lui o chi per lui, una comoda scappatoia per fingere di obbedire, ma far valere comunque la sua volontà originaria e immutata: niente messa tridentina. La disobbedienza al Papa resterebbe inalterata.
Non è possibile gabellare per messa tridentina una messa che non lo è senza ingannare i fedeli. Noi assumeremo opportune informazioni, presenteremo i fatti, denunceremo le applicazioni fasulle del Summorum Pontificum.
Affinché sia fatta chiarezza e i fedeli non restino ingannati, invitiamo a osservare le letture della messa di domenica prossima Quarta di Avvento: nel messale antico sono 1 Cor 4, 1-5 e Lc 3, 14, mentre nel nuovo lezionario usato per la celebrazione della messa di Paolo VI, anno A, sono (Is 7, 10-14) Rm 1, 1-7 e Mt 1, 18-24.
LINK UTILI
Osservazioni critiche sul nuovo ordinamento delle lezioni nella messa,
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Inserito il 22 dicembre 2007
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