Messe latine antiche nelle Venezie
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Mons. Carraro: chiederò il parere alla Conferenza episcopale triveneta "Et incolatus meus prolongatus est" La domenica di Pentecoste niente messa latina antica a Verona. Incontriamo Maurilio Cavedini, presidente della sezione scaligera di Una Voce all'uscita della messa alla chiesa di S. Canziano a Padova, in compagnia di un folto gruppo di "esiliati" veronesi
Anche quest'anno non vi è stato il permesso di S. E. mons. Flavio Roberto Carraro, vescovo di Verona, di celebrare la messa latina antica alla Rettoria di S. Toscana il giorno di Pentecoste. Analogo diniego vi era stato per la Pasqua. Il presidente di Una Voce-Verona Maurilio Cavedini, accompagnato da vari aderenti della sezione, ha lasciato la città per prendere messa - la messa latina antica celebrata con il permesso di S. E. mons. Antonio Mattiazzo, arcivescovo-vescovo di Padova - nella chiesa di S. Canziano (S. Rita) a Padova.
Alla fine della messa, domandiamo al professor Cavedini le ragioni della sua presenza. Ci dice che la sera di sabato 18 mons. Carraro si è fermato a parlare con alcuni membri dell'associazione, i quali stavano testimoniando il loro legame alla liturgia antica secondo le intenzioni del Santo Padre davanti alla cattedrale veronese in occasione dell'apertura del Sinodo diocesano. L'incontro con il Presule è stato ripreso dalle telecamere di Telepace che le ha trasmesse insieme al resto della cerimonia.
Parliamo con alcuni dei presenti alla conversazione: "Il Vescovo si è fermato con noi, ci ha invitati a partecipare alla celebrazione per l'apertura del sinodo". "Gli abbiamo chiesto di potere andare a messa a S. Toscana la solennità di Pentecoste: ci ha risposto che a Pentecoste non ci sarà messa, ma egli sottoporrà la questione alla Conferenza episcopale triveneta". Qualcuno ha fatto presente a mons. Carraro che molti fedeli sarebbero andati fuori diocesi per la messa tridentina: il vescovo ha risposto "Andate pure a Padova".
Alle nostre domande sulle prospettive future il presidente Cavedini dichiara: "Due mesi fa abbiamo sottoposto al vescovo l'insieme delle nostre richieste, restando in fiduciosa attesa: il permesso per alcune cresime e matrimoni con l'antico rito; la soluzione della questione delle tre messe di Natale, Pasqua e Pentecoste col superamento della riserva di mons. Nicora; la richiesta più importante, che ci è stata autorevolmente consigliata, l'istituzione a S. Toscana di una vero e proprio 'centro di messa', con un sacerdote nominato dal vescovo, che celebri regolarmente con l'antico messale e provveda ai sacramenti che servono a un gruppo numeroso come il nostro, fatto soprattutto di famiglie".
Che risposte avete avuto? "Per la messa di Pentecoste la risposta l'avete sentita, per cresime e matrimoni il 5 maggio, dopo la ripresa del rosario davanti alla Curia, abbiamo ricevuto i permessi, un po' tardi, dato che c'era qualcuno che aveva fissato le nozze a giugno, tanto più che analogo permesso si era già ottenuto l'anno scorso".
Ora che farete? "Non ci resta che continuare a pregare e guardare con grande speranza alla risposta dei vescovi del Triveneto". |
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Inserito il 23 maggio 2002
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