Messe latine antiche nelle
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LA DENUNCIA DI STEFANO GIZZI
Carità senza fede
Distruzione dei crocifissi a Frosinone
Gentile Direttore,
Alcuni giorni fa, gli articoli relativi all'occupazione del Liceo Classico "Norberto Turriziani" di Frosinone hanno segnalato un episodio spiacevole, compiuto da alcuni occupanti, sul quale sono in corso le indagini da parte della Digos di Frosinone, cioè la distruzione di ben quattro Crocifissi!
Una delle cronache dell'episodio riferiva che:
"I ragazzi, dopo aver tolto i crocifissi dalle pareti, li hanno spezzati in più parti per poi gettarli via come spazzatura".
L'aspetto penale della vicenda e la configurazione del reato di danneggiamento, certamente, non suscitano in me alcun interesse. Al contrario di qualche piccola riflessione.
Sul grave atto blasfemo compiuto nel Liceo Classico di Frosinone, nessun sacerdote o laico impegnato ha manifestato il proprio disagio, ricordando che la distruzione di ben quattro Crocifissi costituiva un'offesa al sentimento religioso di migliaia di cittadini di Frosinone, che credono realmente nella Redenzione operata da Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo, per mezzo del Sacrificio della Croce!
Nel momento in cui le scuole si riempiono la bocca - anche a sproposito - con la corretta e rispettosa libertà di tutti e di ciascuno e delle differenti scelte religiose, l'unica scelta religiosa ad essere offesa, nei suoi simboli e nelle sue tradizioni, è proprio quella Cattolica, l'unica e vera religione, su cui è fondata storicamente, artisticamente e socialmente la civiltà della nostra Nazione e dell'intera Europa.
E questo avviene nel completo disinteresse di chi avrebbe dovuto non solo educare i giovani a rispettare la Croce di Cristo, ma anche difenderla dagli atti blasfemi.
Cosa pensa il Vescovo di Frosinone di quanto avvenuto nel Liceo Classico? Cosa ne pensano i parroci di Frosinone e gli insegnanti di Religione? Se credono realmente nel Sacrificio di Cristo, non avrebbero dovuto indire un atto di riparazione dell'atto sacrilego compiuto?
Tutti indaffarati nella "Carità senza Fede", come la definì il Santo Pontefice Pio X, sono come al solito distratti e distaccati nel momento in cui è necessario chiarire con fermezza di contenuti che il Crocifisso è il simbolo dell'immenso Amore dell'unico Vero Dio fatto Uomo.
Che giudizio danno il Provveditore agli Studi ed i professori a riguardo dell'aspetto certamente diseducativo di questa triste vicenda, che non è giusto minimizzare?
Una domanda doverosa: se al posto dei Crocifissi fossero stati distrutti simboli della religione ebraica o mussulmana, quanti esponenti politici sarebbero intervenuti per condannare duramente e con le solite accuse di razzismo ed intolleranza l'accaduto? Quanti sacerdoti progressisti sarebbero ugualmente intervenuti?
Senza scomodare i numerosi pensatori religiosi che nel corso dei secoli hanno riflettuto sul significato del Crocifisso, desidero riportare alcune parole del Ministro di Grazia e Giustizia Rocco, che, in una Circolare del 1926, si espresse in termini di altissima civiltà giuridica e morale:
"Prescrivo che nelle aule di udienza, sopra il banco dei giudici e accanto all'effige di Sua Maestà il Re sia restituito il Crocefisso, secondo la nostra antica tradizione. Il simbolo venerato sia solenne ammonimento di verità e di giustizia. I Capi degli uffici giudiziari vorranno prendere accordi con le Amministrazioni comunali affinché quanto ho disposto sia eseguito con sollecitudine e con decoro di arte, quale si conviene all'altissima funzione della giustizia".
Avv. Stefano Gizzi
Presidente del CdA dell'Accademia di Belle Arti di Frosinone
Consigliere Comunale di Ceccano
da "Ciociaria Oggi", 19 dicembre 2003
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