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Rassegna stampa
Chiesa gremita per i francescani
Il benvenuto ai frati in S. Maria Maggiore. Crepaldi: fratelli delle persone semplici
Una giornata "di grazia e di festa per la chiesa di Trieste" quella di ieri, durante la quale, in una Santa Maria Maggiore gremita di fedeli accorsi per partecipare al grande evento, l'arcivescovo Giampaolo Crepaldi ha salutato i nuovi frati francescani dell'Immacolata e le suore del medesimo ordine, giunti in città dalla basilica Pontificia di Santa Maria Maggiore di Roma per esercitare qui il loro ministero. Dopo undici anni la chiesa triestina è infatti stata riconsegnata nelle mani dei sacerdoti francescani e questa volta appartenenti ad un istituto religioso, quello dell'Immacolata.
"Il vescovo è lieto di essere qui per dare il benvenuto ufficiale, mio e della diocesi, ai frati e alle suore dell'ordine francescano dell'Immacolata - inizia monsignor Crepaldi, portando il saluto della chiesa e dei fedeli e introducendo la città ai suoi nuovi capi spirituali - il popolo di Trieste è un popolo dei confini che cerca l'incontro con Cristo per trovare la propria identità, un popolo che ha bisogno di presenze che regalino speranza e fiducia. Al popolo di confine dite che la vita va sempre rispettata e siate fratelli e sorelle delle persone semplici, che costituiscono l'ossatura di questa città". Rispetto ai timori delle eventuali modifiche in fatto di usi, orari e liturgia, parlano i francescani stessi: "Qui non sarà fatto nulla senza il consenso del vescovo: tutte le iniziative porteranno il sigillo della sua volontà perché senza di lui nulla potrà avere valore soprannaturale e imperituro – spiega il nuovo capo spirituale di Santa Maria Maggiore - Non cambierà nulla in merito agli orari, alle messe, intendiamo soltanto aggiungerne una alle sette del mattino per incontrare le esigenze dei nostri fedeli". Si è celebrata la partenza del parroco don Giovanni Angeli, da sette anni a capo della parrocchia e ora destinato ad un nuovo incarico al Villaggio del Fanciullo. Il sacerdote ha salutato con affetto e rammarico i suoi fedeli: "Dopo 7 anni vi dico arrivederci per prendere un servizio nuovo. Vi ringrazio per la pazienza che avete avuto nei miei confronti e chiedo perdono per tutto ciò che non sono stato. Ovunque andrò vi porterò con me". Tra i banchi della chiesa parrocchiale, i fedeli commentano la 'buona nuova' sottolineando come sia interessante l'idea di seguire delle messe in latino: "Non capiremo il latino di Cicerone, ma capiamo perfettamente la liturgia latina".
Vanessa Maggi
da «Il Piccolo», 10 ottobre 2011
ilpiccolo.gelocal.it
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