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19 DICEMBRE
III ANTIFONA
O rampollo di Iesse, che sei
come uno stendardo per i popoli; davanti al quale i
re ammutoliranno e le genti offriranno le loro
preghiere: vieni a liberarci, e non tardare.
Eccoti dunque in cammino, o Figlio di
Iesse, verso la città dei tuoi avi. L'Arca del Signore s'è
levata ed avanza, con il Signore che è in essa, verso il
luogo del suo riposo. "Quanto sono belli i tuoi
passi, o Figlia del Re, nello splendore dei tuoi calzari"
(Cant. 7, 1), quando vieni a portare la salvezza alle città
di Giuda! Gli Angeli ti scortano, il tuo fedele Sposo ti
circonda di tutta la sua tenerezza, il cielo si
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compiace
in te, e la terra trasalisce sotto il dolce peso del suo
Creatore e della sua augusta Regina. Avanza, o Madre di
Dio e degli uomini, Propiziatorio onnipotente in cui è
racchiusa la divina Manna che preserva l'uomo dalla morte!
I nostri cuori ti seguono e ti accompagnano, e al seguito
del tuo Regale antenato, giuriamo "di non entrare
nella nostra casa, di non salire sul nostro letto, di non
chiudere le nostre palpebre e di non concederci riposo
fino a quando non abbiamo trovato nei nostri cuori una
dimora per il Signore che tu porti, una tenda per il Dio
di Giacobbe". Vieni dunque, così velato sotto i
purissimi fianchi dell'Arca santa, o rampollo di Iesse,
finché ne uscirai per risplendere agli occhi del popolo,
come uno stendardo di vittoria. Allora i re vinti
taceranno dinanzi a te, e le genti ti rivolgeranno i loro
omaggi. Affrettati, o Messia; vieni a vincere tutti i
nostri nemici e liberaci!
da: P. GUÉRANGER, L'anno liturgico.
- I. Avvento - Natale - Quaresima - Passione, trad.
it. P. GRAZIANI, Alba, Edizioni Paoline, 1959, pp. 310-311.